La lotta all’evasione fiscale nella Manovra 2024 passa anche per regole e controlli più severi sulla contribuzione versata da colf e badanti. Ai commi 60 e 61 dell’Articolo 1 della Legge di Bilancio è infatti prevista una nuova stretta sulla pagamento delle tasse dovute.
Per verificare la regolarità dei versamenti dovuti, INPS e Agenzia delle Entrate attuano una piena interoperabilità delle loro banche dati in relazione al lavoro domestico.
Controlli fiscali su colf e badanti
La nuova disposizione inserita nella Legge di Bilancio è mirata a verificare il corretto versamento delle imposte dirette da parte dei lavoratori domestici assunti con regolare contratto.
Nello specifico, si introduce la possibilità di avviare controlli mirati sui contributi versati dai datori di lavoro a favore di colf e badanti sfruttando, come strumenti di verifica, sia le banche dati INPS sia l’Anagrafe Tributaria.
Evasione in aumento
Dalle banche dati INPS possono emergere i contratti regolarmente registrati e i contributi versati dalle famiglie che hanno assunto lavoratori domestici, informazioni da incrociare poi con le dichiarazioni dei redditi dei lavoratori assunti, al fine di garantire la corrispondenza tra quanto versato e il reddito effettivamente percepito.
Attraverso analisi del rischio e controlli mirati sui dati retributivi e contributivi (anche comunicati in fase di assunzione), si potrà dare seguito a interventi di ricostruzione della posizione reddituale e contributiva dei lavoratori domestici.
Per favorire l’adempimento spontaneo, l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione del contribuente i dati acquisiti e li utilizza per la dichiarazione precompilata e la segnalazione al contribuente di eventuali anomalie.
Secondo la Relazione MEF sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva, quasi 8 miliardi di euro non dichiarati tra quelli prodotti con lavoro dipendente sono riconducibili a quello domestico, per oltre un miliardo di IRPEF non pagata.