Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, rispondendo in Aula alla Camera a un question time sul destino del Superbonus, ha riferito che, per quanto il Governo non preveda la riproposizione del maxi-incentivo, allo stesso tempo sta valutando soluzioni per lo smaltimento dei crediti incagliati:
sono allo studio dell’esecutivo strumenti attraverso i quali consentire la verifica della bontà di quelli ancora in possesso dei cittadini e sorti nel periodo antecedente l’introduzione dei vincoli di appropriatezza.
Il riferimento è ai requisiti di legge per i crediti stessi introdotti prima con il DL 157/2021 contro le frodi e gli abusi in materia di crediti edilizi e poi dalle misure successive culminate nel DL 11/2023, che ha introdotto ulteriori vincoli e divieti in relazione alle nuove cessioni.
Il primo passo per lo sblocco dei crediti incagliati, dunque, da quanto emerso dalle anticipazioni di Giorgetti è quello di calcolare l’ammontare dei crediti di qualità tra quelli segnalati tramite le Comunicazioni inviate al Fisco.
Solo in questo modo si potrà capire quale quota sia riconducibile alle caratteristiche dei bonus edilizi ceduti alla luce dei più recenti requisiti di legge – anche in termini di esclusione della responsabilità da parte del cessionario – e pertanto adatti ad essere smobilizzati tramite acquisto del credito stesso da parte di società partecipate dallo Stato.
In ultima analisi, la discriminante che emerge è dunque la natura dei crediti edilizi incagliati e la loro effettiva “qualità”.