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Partite IVA in forte calo, arriva l’impatto della crisi

di Anna Fabi

12 Settembre 2023 13:51

Flessione del 6% per le nuove partite IVA, in calo anche le adesioni al regime forfettario: ecco i dati dell'Osservatorio del Ministero delle Finanze.

Flessione per le nuove Partite IVA nel secondo trimestre del 2023, soprattutto nei settori agricoltura, costruzioni e servizi d’informazione, con un calo generalizzato anche per le aperture in regime forfettario. Ad avviare nuove attività sono soprattutto giovani sotto i 35 anni nelle regioni del Nord, in netta prevalenza persone fisiche.

I dati sono contenuti nel consueto Osservatorio del Ministero dell’Economia, da cui emerge chiaramente l0inversione di tendenza tra primo e secondo trimestre dell’anno.

Nuove Partite IVA: 2023 sotto tono

Il secondo trimestre dell’anno ha visto l’apertura di 118mila 215 nuove Partite IVA, con una flessione del 6,1% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Sono 56mila 663 le adesioni al regime forfetario, per il 47,9% del totale delle nuove aperture, con una flessione del 2,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Rispetto al secondo trimestre del 2022, la diminuzione di avviamenti è generalizzata. Il 70% delle nuove aperture è stato attivato da persone fisiche, il 22,6% da società di capitali, il 2,9% da società di persone.

Le persone fisiche sono nel 60,8% maschi, nel 48,3% giovani fino a 35 anni. Proseguendo nell’analisi per età, il 31,2% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni e il 16,2% da soggetti nella fascia dai 51 ai 65 anni. Rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, tutte le classi di età registrano diminuzioni di aperture: dal -8% della classe 51-65 anni al -4,5% della più giovane.

Settori più in crisi

Fra i settori produttivi, il commercio continua a fare la parte del leone con il 18,8% delle aperture totali, seguono le attività professionali (17,8%), l’edilizia (10,4%).

Rispetto al secondo trimestre del 2022, tra i settori principali i maggiori cali si registrano nell’agricoltura (-25,8%), nelle costruzioni (-11,3%) e nei servizi d’informazione (-10,1%). In controtendenza si registrano aumenti nell’istruzione (+10,6%), alloggio e ristorazione (+5,8%), servizi residuali (+2,6%).

Per quanto riguarda la ripartizione territoriale, il 47,1% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 21% al Centro e il 31,5% al Sud e Isole. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso evidenzia che le flessioni maggiori si sono registrate nel Lazio (-20,5%), Basilicata (-15,9%) e Puglia (-10,8%). Solo Marche (+3,5%), e Lombardia (+1,7%), mostrano un aumento di aperture.