Concordato preventivo per autonomi e Partite IVA: cosa prevede la Riforma Fiscale

di Anna Fabi

Pubblicato 7 Novembre 2023
Aggiornato 8 Novembre 2023 13:04

La legge delega di riforma fiscale introduce il concordato preventivo biennale per autonomi e Partite IVA di piccole dimensioni: ecco come funziona.

La legge delega per la riforma fiscale (pubblicata in Gazzetta Ufficiale come Legge 111/2023 del 9 agosto) ha introdotto il concordato preventivo biennale (CPB) riservato alle Partite IVA e alle imprese di dimensioni minori (articolo 17). A darne attuazione è stato il decreto legislativo approvato in Consiglio dei Ministri il 3 novembre 2023.

Il concordato biennale prevede la pattuizione anticipata dell’importo delle tasse da pagare, con il vantaggio di due anni senza controlli associato al regime premiale riservato ai piccoli soggetti ISA e agli autonomi.

Per meglio definire il perimetro della platea dei beneficiari è prevista una semplificazione degli strumenti di valutazione del reddito prodotto come gli ISA e l’incrocio di banche dati note all’Amministrazione finanziaria. Vediamo i dettagli.

Concordato biennale: cos’è e come funziona

Il concordato preventivo biennale è un accordo fiscale siglato tra lo Stato e il contribuente, esplicitato tramite una proposta da parte dell’Agenzia delle Entrate alle piccole Partite IVA (sia quelle che applicano gli ISA sia quelle in regime forfettario), la cui pattuizione ha un durata di due anni fiscali.

L’oggetto dell’accordo è la definizione di un fatturato fisso (ricavi o compensi) su cui pagare le tasse nel successivo biennio, stimato dall’Amministrazione finanziaria in base alle informazioni fiscali e tributarie in suo possesso.

Per quanto riguarda la platea di beneficiari, possono accedervi titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo residenti in Italia, con un indice di affidabilità fiscale pari a punteggio di almeno 8 punti e senza debiti fiscali oltre i 5mila euro, con le ultime tre dichiarazioni dei redditi presentate regolarmente.

Il concordato preventivo è volontario ma irrevocabile: se il contribuente sceglie di aderirvi, impegnandosi a dichiarare nei due anni successivi l’importo proposto, non può cambiare più idea. Se quindi nel successivo biennio incassa meno dovrà comunque pagare le tasse concordate. Di contro, se fattura di più pagherà solo quanto concordato.

Dopo il primo biennio di concordato, il Fisco può formulare una nuova proposta, alla quale si può aderire o che si può declinare.

Come funziona la domanda di concordato preventivo

Al regime concordatario si accede su invito dell’Agenzia delle Entrate. Al momento, non sembra essere prevista una procedura di domanda, sebbene non è da escludersi che il Fisco preveda strumenti per la manifestazione di interesse all’adesione.

In base a quanto previsto dal dlsg attuativo del concordato preventivo biennale per autonomi e piccoli soggetti ISA, è il Fisco che propone al contribuente l’accordo, invitandolo ad un contradditorio.

Secondo la Relazione tecnica di accompagnamento al provvedimento, platea dei forfettari interessati sarebbe quella per i quali l’onere di accesso al CPB non supera il 10% dei ricavi o compensi dichiarati, che diventa il 15% per i contribuenti ISA.

Concordato biennale: cosa prevede la Legge Delega

Per i soggetti di minore dimensione, la Legge delega di riforma fiscale (all’articolo 15, nell’ambito della riforma del procedimento accertativo) ha previsto l’introduzione del concordato preventivo biennale come nuova disciplina a cui possono accedere i contribuenti titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo, prevedendo l’impegno del contribuente ad accettare e a rispettare la proposta per la definizione biennale della base imponibile.

  • Il concordato è siglato previo contraddittorio con modalità semplificate.
  • L’accordo è finalizzato al pagamento delle imposte sui redditi e dell’IRAP.
  • La proposta è formulata dall’Agenzia delle Entrate utilizzando le banche dati a sua disposizione e sulla base degli indicatori sintetici di affidabilità (ISA) per i soggetti a cui si rendono applicabili.

Benefici del concordato preventivo

Nella legge delega per la riforma, il concordato biennale rappresenta un patto fiscale tra l’Amministrazione finanziaria e i contribuenti di dimensioni minori. La legge prevede in questo senso un potenziamento e una semplificazione del regime dell’adempimento collaborativo, con l’introduzione di maggiori meccanismi premiali e la riduzione della soglia di ingresso al regime.

  • Il principale vantaggio è che si evitano controlli fiscali per due anni.
  • Nel regime concordatario si accede a proroghe sui versamenti del 30 giugno in acconto e saldo.
  • Potenzialmente, si pagano meno tasse se si riesce a fatturare più di quanto pattuito.

Attenzione: anche se l’imponibile è prefissato bisogna comunque dichiarare il reddito effettivo, ad adempiere agli obblighi contabili e dichiarativi e alla presentazione dei modelli ISA o agli altri adempimenti dei forfettari.

Il concordato non riguarda l’IVA, che si paga normalmente.

Coordinamento con altre regole fiscali

La legge delega preve:

  • l’irrilevanza, ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP nonché dei contributi previdenziali obbligatori, di eventuali maggiori o minori redditi imponibili rispetto a quelli oggetto del concordato, fermi restando gli obblighi contabili e dichiarativi;
  • l’applicazione dell’IVA secondo le regole ordinarie, comprese quelle riguardanti la trasmissione telematica dei corrispettivi e la fatturazione elettronica;
  • la decadenza dal concordato nel caso in cui, a seguito di accertamento, risulti che il contribuente non ha correttamente documentato, negli anni oggetto del concordato stesso o in quelli precedenti, ricavi o compensi per un importo superiore in misura significativa rispetto al dichiarato ovvero ha commesso altre violazioni fiscali di non lieve entità.