Ridurre i costi del POS relativi all’accettazione di strumenti di pagamento elettronici, agevolando chi svolge attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi anche professionali: con questo obiettivo è stato raggiunto nei giorni scorsi l’accordo tra ABI, APSP, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti e FIPE per la definizione di un protocollo d’intesa ad hoc.
L’obiettivo è quello di raggiungere una maggiore comprensibilità, comparabilità e mitigazione dei costi delle transazioni con strumenti di pagamento elettronici. Come nel concreto?
Fornendo ai commercianti un quadro comparativo dei costi applicati dalle banche ai pagamenti con la carta di credito o il bancomat: in questo modo, i negozianti potranno mettere a confronto commissioni e offerte dei diversi istituti di credito (e relativi circuiti di pagamaento) così da selezionare quelle più convenienti.
Questa trasparenza dovrebbe rendere più dinamico il mercato, incentivando banche e circuiti di pagamento elettronico ad applicare tariffe e commissioni più competitivi.
In base al protocollo, infatti, banche (ABI) e Prestatori di Servizi di Pagamento (APSP) si impegnano a invitare i propri associati a promuovere iniziative commerciali finalizzate a ridurre l’impatto dei costi POS nelle transazioni fino a 30 euro.
Viene anche previsto che i Prestatori di Servizi di Pagamento che operano in qualità di “soggetti abilitati all’accettazione di pagamenti con carta presso gli esercenti” utilizzino un apposito schema standard, per assicurare l’immediata comparabilità tra le iniziative commerciali.
Il protocollo rappresenta lo sforzo condiviso tra organizzazioni d’impresa e sistema bancario per abbattere i costi e a carico degli imprenditori, ma anche per semplificare gli adempimenti e garantire trasparenza alle condizioni che le banche applicano sui POS.