Con l’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici cambiano anche le modalità di calcolo e versamento dell’imposta di bollo, a carico dell’aggiudicatario seppure sia possibile applicare il principio della solidarietà passiva.
Vediamo i dettagli.
Nuove regole per appalti dal 1° luglio 2023
È l’Agenzia delle Entrate, con la Circolare n. 22/E del 28 luglio 2023, a fornire chiarimenti in merito e istruzioni relative all’ambito applicativo dell’imposta e alla decorrenza temporale.
Secondo quanto sottolineato dal Fisco, viene introdotto un sistema semplificato e strutturato in scaglioni crescenti, calcolati in proporzione al valore del contratto.
Le disposizioni in materia di imposta di bollo contenute nel nuovo Codice dei contratti pubblici si applicano solo con riferimento ai procedimenti avviati a far data dal 1° luglio 2023.
Importo imposta di bollo sui contratti pubblici
L’imposta di bollo, varia come segue, in base all’importo massimo previsto per i contratti di appalto:
- esenti fino a 40.000 euro;
- 40 euro per contratti il cui importo massimo previsto è maggiore o uguale a 40.000 euro e inferiore a 150.000;
- 120 euro tra 150.000 e 1.000.000 di euro;
- 250 euro tra 1.000.000 e 5.000.000 euro;
- 500 euro tra 5.000.000 e 25.000.000 euro;
- 1.000 euro per i contratti di importo massimo previsto maggiore o uguale a 25.000.000 euro.
Come si paga il bollo sui contratti pubblici
Per quanto riguarda il versamento, è necessario fare riferimento alla modalità telematiche, utilizzando il modello F24.
Ulteriori modalità di versamento potrebbero essere definite con successivi provvedimenti del Direttore dell’Agenzia delle Entrate.