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Caro benzina, al via prezzo medio alla pompa: tra le più care Liguria e Calabria

di Barbara Weisz

1 Agosto 2023 14:46

Debutta il 1° agosto l'obbligo di trasparenza sui prezzi medi dei carburanti: le Regioni più convenienti sono Marche, Veneto e Lazio, tra le più care Liguria, Sardegna e Calabria.

Fari accesi sui prezzi della benzina, in aumento da qualche settimana in coincidenza delle vacanze estive. Il Ministero delle Imprese non rileva però speculazioni, il costo dei carburanti risulta in linea con le quotazioni internazionali.

In base alle rilevazioni pubblicate sul portale del Ministero, il prezzo medio il primo agosto è in tutta Italia sotto i 2 euro al litro.

Prezzo medio dei carburanti in autostrada al 1° agosto

Per gli automobilisti dal 1° agosto, c’è una novità: è scattato l’obbligo per i benzinai di esporre i prezzi medi praticati nella propria Regione.

«Ciascun cittadino può verificare quando va a fare rifornimento di benzina se viene sottoposto a un prezzo superiore al prezzo medio», sottolinea il ministro Adolfo Urso.

Al primo agosto, questi sono i prezzi medi rilevati in autostrada:

  • gasolio: 1,854 euro al litro;
  • benzina: 1,984;
  • GPL: 0,837;
  • metano: 1,540.

Prezzi medi regionali esposti alla pompa

Ai distributori che non si trovano sulle autostrade, le Regioni meno care per quanto riguarda la benzina risultano ad oggi le Marche e il Veneto, le uniche sotto i 1,9 euro al litro (rispettivamente, 1,892 e 1,898). Prezzi poco sopra 1,9 euro nel Lazio (1,902), in Umbria (1,908) e in Abruzzo (1,909). Le Regioni e PPPA in cui la benzina è più cara sono: Provincia Autonoma di Bolzano a 1,945 euro, Puglia a 1,943 euro, Calabria a 1,939 euro, Sardegna e Liguria a quota 1,938, Basilicata a 1,935 euro.

Per quanto riguarda il gasolio, le più virtuose sono Marche, 1,751, Veneto, 1,753, Lazio, 1,757, Campania, 1,758, Umbria, 1,759. I prezzi più alti in Liguria e Provincia di Bolzano a 1,804, Calabria a 1,8 euro, Sardegna a 1,796, Val D’Aosta a 1,790.

Come funziona l’obbligo di esporre il prezzo medio

Ogni giorno il ministero provvede ad aggiornare i prezzi medi (nazionali in autostrada e regionali negli altri casi) di gasolio e benzina, obbligatoriamente esposti nei punti di rifornimento, con riferimento alle tariffe in modalità self-service ( prezzo medio servito per GPL e metano), a con cartello in bella vista a partire dalle 10,30 del mattino se il benzinaio apre alle 8,30 o prima, altrimenti entro due ore dall’apertura.

Le critiche dei gestori

Critiche alla normativa arrivano dalle associazioni di categoria. Giuseppe Sperduto, presidente FAIB, teme che i nuovi obblighi provochino «un allineamento verso l’alto del prezzo medio, perché questo potrebbe stabilizzare sul mercato interno le spinte internazionali sui prezzi, togliendo spazio alla competitività». E segnala «che ci sono ancora, sul territorio nazionale, diversi impianti che non sono stati riforniti dei cartelli, nonostante i solleciti». La richiesta è di non applicare sanzioni in questa fase di avvio delle nuove regole, limitandosi al monitoraggio.

Posizione simile da parte di Bruno Bearzi, Presidente Nazionale FIGISC: «che si parli del famoso “cartello del prezzo medio” come strumento miracoloso che farebbe addirittura diminuire i prezzi è fuorviante e persino ingannevole se intende convincere il consumatore che un cartello riesca ad annullare gli effetti della tensione che ha motivazioni e diffusione internazionale».

Entrambe le associazioni insistono nell’escludere speculazioni da parte dei gestori. «Nei distributori non è in atto nessuna speculazione segnala Sperduto -, i gestori adottano i prezzi raccomandati dai fornitori. Da quanto ci consta i prezzi stanno lievitando per effetto delle quotazioni internazionali e sulle autostrade anche per effetto delle royalty dovute alle società concessionarie delle tratte e per la mancata riforma».

Le tensioni sui prezzi risentono dell’impatto «dei tagli alla produzione, dell’aumento della domanda, del decrescere delle scorte e di un gap della raffinazione dei prodotti raffinati del 20 % rispetto alla domanda», aggiunge Bearzi, segnalando che comunque «il prezzo alla pompa è cresciuto di qualche centesimo in meno rispetto al trend del mercato». Peraltro, conclude, «in un regime di prezzi liberalizzati da trent’anni il “prezzo medio” ha un valore solo astratto e non costituisce nessun diritto per il consumatore di esigere “quel” prezzo».

Lo ripetiamo: questo nuovo obbligo ha solo un carattere informativo. L’automobilista ha un’immediata evidenza dell’eventuale differenza fra il prezzo praticato alla pompa e quello medio nella medesima Regione o sulla rete autostradale, e può di conseguenza prendere le relative decisioni.