Ultima chiamata il 31 luglio per la scadenza della dichiarazione IVA 2023 tardiva, relativa all’anno di imposta 2022: il termine ordinario era previsto per il 2 maggio, tuttavia è possibile adempiere all’obbligo pagando le sanzioni minime di legge (e senza incorrere nel reato di omissione), purché la trasmissione avvenga entro luglio.
Dichiarazioni IVA 2023 tardiva e omessa: cosa cambia
Il termine di pagamento in ritardo, contestualmente alla presentazione della Dichiarazione IVA oltre la scadenza ordinaria, può sfociare in un semplice ritardo con sanzione amministrativa o addirittura in un reato.
Dichiarazione IVA tardiva
Stando alla normativa, infatti, per essere considerata semplicemente come “tardiva”, la Dichiarazione IVA deve essere presentata entro 90 giorni dalla scadenza ordinaria, beneficiando delle sanzioni ridotte previste in via ordinaria dagli istituti del caso.
Il contribuente, infatti, contestualmente alla presentazione tardiva, può procedere al ravvedimento operoso accedendo alle sanzioni ridotte, che sono pari a 25 euro (1/10 del minimo) se la presentazione avviene nei 90 giorni a partire dal termine originario.
Dichiarazione IVA omessa
In caso contrario, vale a dire senza ricorrere al ravvedimento operoso entro le finestre temporali consentite, vengono applicate sanzioni fino a 2mila euro.
Qualora siano trascorsi anche i 90 giorni dalla scadenza ordinaria stabiliti per poter inviare la dichiarazione IVA tardiva, invece, la dichiarazione IVA si considera omessa.
- se la Dichiarazione IVA omessa è poi presentata spontaneamente, sarà soggetta a sanzione dal 60 al 120%;
- se è trasmessa dopo accertamento, scatta la sanzione dal 120 al 240%, con punibilità del reato.