La riforma fiscale cambia la tassazione dei compensi in natura, accorpa gradualmente detrazioni e crediti d’imposta per i redditi da lavoro dipendente (preservando quelli più importanti), riduce scaglioni e aliquote IRPEF in vista del passaggio all’aliquota unica, introduce premialità e finge benefit potenziati.
Vediamo esattamente cosa prevede la riforma per quanto concerne IRPEF e lavoro dipendente.
IRPEF: aliquota unica e no tax area uguale per tutti
La riforma IRPEF contenuta nell’articolo 5 della Legge Delega, delinea un sistema fiscale con un’aliquota unica (la flat tax per tutti), in cui la nuova progressività è accompagnata da un diverso sistema di deduzioni e detrazioni. Si tratta di un obiettivo a lungo termine, da tradursi nei decreti delegati.
Da subito, invece, è prevista l’equiparazione della no tax area, attualmente pari a:
- 8.174 euro per il lavoro dipendente,
- 8.500 euro per le pensioni,
- 5.500 euro per il lavoro autonomo.
Si va verso pertanto «l’individuazione di un’unica fascia di esenzione fiscale e di un medesimo onere impositivo a prescindere dalle diverse categorie di reddito prodotto, privilegiando, in particolare, l’equiparazione tra i redditi di lavoro dipendente e i redditi di pensione».
Previste anche «misure volte a favorire lo stabile inserimento nel mercato del lavoro dei giovani che non hanno compiuto 30 anni di età». Tradotto: tasse agevolate per i più giovani come incentivo all’occupazione.
Tassazione agevolata del salario mobile
Per il lavoro dipendente, un’altra importante misura è l’introduzione di un regime di imposizione fiscale agevolata in rifermento alle quote di reddito da straordinari oltre una certa soglia e della tredicesima, nonché ai premi di produttività.
Per queste voci retributive, al posto delle aliquote IRPEF del proprio scaglione di reddito si dovrebbe poter applicare un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali, ovviamente in misura ridotta.
Nuove deduzioni dal reddito da lavoro
Nell’ambito delle misure che riguardano i lavoratori, c’è la possibilità di deduzione dal reddito di lavoro dipendente e assimilato, anche in misura forfetizzata, delle spese sostenute per la sua produzione. Dalle spese di trasporto dei lavoratori pendolari al servizio di connessione a banda larga per chi deve operare tramite strumenti informatici da casa.
Si supera in questo modo una differenziazione nella determinazione dell’imponibile di ciascuna tipologia di reddito, allargando al lavoro dipendente e assimilato una possibilità già prevista per il lavoro autonomo (la deducibilità delle spese sostenute per la produzione del reddito).
Smart working e residenza fiscale
La delega fiscale prevede una revisione della disciplina della residenza fiscale delle persone fisiche, delle società e degli enti diversi. Lo scopo è quello di associare la tassazione applicata alla reale sede di lavoro, per renderla coerente con le prassi internazionale e con le convenzioni contro le doppie imposizioni.
Le nuove regole dovranno coordinarsi con la disciplina della stabile organizzazione e dei regimi speciali per i soggetti che trasferiscono la residenza in Italia, con la possibilità di prevedere anche la fattispecie del lavoro svolto in modalità agile (smart working in pianta stabile) presso un diverso paese.
Potenziamento fringe benefit
Infine, una «revisione e semplificazione delle disposizioni riguardanti le somme e i valori esclusi dalla formazione del reddito, con particolare riguardo ai limiti di non concorrenza al reddito previsti per l’assegnazione dei compensi in natura, salvaguardando le finalità della mobilità sostenibile, dell’implementazione della previdenza complementare, dell’efficientamento energetico, dell’assistenza sanitaria, della solidarietà sociale e della contribuzione agli enti bilaterali».
E’ sostanzialmente una revisione dei limiti su fringe benefit, beni e servizi che il datore di lavoro mette a disposizione dei propri dipendenti. Si pensa, par di capire, a un potenziamento di questi strumenti, con particolare riferimento ad alcuni ambiti, sopra indicati, ritenuti prioritari.
L’innalzamento del tetto di esenzione fissato a 3.000 euro per il solo 2023 potrebbe diventare strutturale, al posto degli attuali 258,23 euro.
Redditi da lavoro dipendente: riforma IRPEF in pillole
Per riassumere, come tutti i contribuenti, anche i lavoratori dipendenti saranno coinvolti dal principio generale della riforma fiscale, che tende verso una flat tax per tutti, quindi verso un’aliquota fiscale unica, con il superamento dell’attuale sistema degli scaglioni.
Quest’obiettivo sarà però raggiunto gradualmente, passando attraverso step intermedi (per esempio, la riduzione dagli attuali quattro a tre scaglioni).
Pari trattamento anche per la no tax area, uguale per tutti, allineata con quella di pensionati e lavoratori autonomi (non ci sono ancora indicazioni su quale sarà il nuovo tetto, prevedibilmente il più alto dei tre attuali).
Infine, misure specifiche il lavoro dipendente, ovvero:
- deduzione delle spese sostenute per la produzione del reddito;
- nuove soglie per i fringe benefit, privilegiando mobilità sostenibile, previdenza complementare, efficientamento energetico, assistenza sanitaria, solidarietà sociale e contribuzione agli enti bilaterali.