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Rottamazione cartelle: il pagamento slitta solo per la prima rata

di Anna Fabi

4 Maggio 2023 21:55

Prorogata la sola prima rata della Rottamazione quater, 20% del dovuto concentrato a fine anno: il nuovo calendario approvato in CdM.

Il Consiglio dei Ministri del 4 maggio ha disposto ufficialmente l’annunciata proroga al 30 giugno dei termini per la domanda di adesione alla Definizione agevolata, in conseguenza della quale sono slittati anche i successivi appuntamenti in calendario per la regolarizzazione dei debiti tramite Rottamazione quater, compresa la scadenza per il saldo della prima o unica rata.

Il MEF ne aveva già annunciato il differimento al 31 ottobre, mentre il Governo ha confermato il precedente calendario per gli altri versamenti in caso di rateazione (18 rate):

  • prima rata entro il 31 ottobre 2023 (di importo pari al 10% della somma dovuta)
  • seconda rata entro il 30 novembre 2023 (sempre di importo pari al 10% del dovuto)
  • le restanti, di pari ammontare, con scadenza il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024.

In caso di pagamento rateale, gli interessi al tasso del 2% sono pertanto dovuti a decorrere dalla seconda rata del 1° novembre (e non più dal 1° agosto 2023).

Proroga solo per la prima scadenza di pagamento

La proroga al 30 giugno per la presentazione delle adesioni comporta per prima cosa lo slittamento al 30 settembre per l’invio della comunicazione dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione, contenente l’esito della domanda ed il nuovo piano dei pagamenti, la cui prima rata è pertanto slittata a fine ottobre.

E qui si fermano le novità sulla riscrittura del calendario: per i restanti pagamenti resta tutto invariato, con la sola nuova data a decorrere dalla quale scatta l’interesse sulla rateazione qualora si scelga di non saldare tutto a fine ottobre.

Si sarebbe invece potuto presupporre uno slittamento a catena di tutte le potenziali 18 rate, su cui invece il provvedimento di legge non interviene.

Prime rate pesanti

Un altro aspetto da sottolineare è che le rate 2023 sono quelle più pesanti, perché sono pari ciascuna al 10% dell’importo totale da pagare. A fine anno si concentrano peraltro anche altri versamenti obbligatori, tra contributi INPS e acconto delle imposte.

Da qui, la potenziale difficoltà di rispettare le scadenze di pagamento delle rate, con il rischio conseguente di decadere dalla definizione agevolata.