Nel ddl delega sulla riforma fiscale è confermato l’impegno del Governo ad estendere il regime della cedolare secca agli immobili adibiti ad uso diverso da quello abitativo.
Lo prevede l’articolo 5 del disegno di legge, nell’ambito della revisione dei principi e criteri direttivi per la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche e, nello specifico, per la tassazione dei redditi dei fabbricati.
Cedolare secca oggi
Ad oggi, il regime facoltativo della cedolare secca (ex art.3 del D.Lgs 23/2011), è una forma di tassazione alternativa e agevolata per gli affitti di immobili locati ad uso abitativo che scontano l’IRPEF, per locazioni lunghe o brevi ma con contratti non inferiori ai 30 giorni. L’aliquota sostitutiva varia dal 21% al 10% (a seconda della fattispecie di locazione): 10% per i contratti di affitto a canone concordato e 21% per i contratti a canone libero.
Con questo regime fiscale opzionale vengono meno anche l’imposta di registro e di bollo per registrazioni, risoluzioni e proroghe.
Cedolare secca nella riforma fiscale
L’estensione della cedolare secca ai contratti di affitto – che potenzialmente potrebbero riguardare gli immobili delle imprese oppure i locali adibiti ad uso commerciale – sarà dettagliata dai decreti attuativi della delega fiscale, per cui potranno trascorrere fino a 24 mesi dal momento dell’approvazione in Parlamento del disegno di legge.
Al momento, nella delega ci si limita a parlare di “estensione agli immobili adibiti ad uso diverso da quello abitativo”. Anche per la definizione dell’aliquota sostitutiva è necessario attendere che il Governo metta a punto il decreto legislativo attuativo della misura, per cui è bene sapere che non si tratta di un’agevolazione di rapida implementazione.
In realtà, un punto di raccordo importante con l’applicazione della cedolare secca è in realtà quello con la volontà di governo di rimodulare e semplificare la classificazione dei redditi soggetti a imposta, compresi quelli da fabbricati. Da qui la potenziale applicazione anche agli immobili commerciali del regime agevolato.
Sulla nuova cedolare secca non ci sono altri dettagli né riferimenti alla prima sperimentazione degli anni scorsi. Per cui, per sapere se si tratterà di una sorta di replica o di una formula del tutto diversa (in pratica per conoscere l’orientamento di Governo) è necessario attendere l’avvio dei lavori in Parlamento.
Ricordiamo che la prima sperimentazione in questo senso risale alla Manovra 2019 (Legge 145/2018, art. 1, comma 59) che aveva concesso la cedolare secca per le locazioni dei magazzini commerciali, negozi e botteghe (categoria catastale C/1). In quella occasione era stata prevista anche una limitazione di superficie (600 mq escluse pertinenze) assoggettabile a locazione agevolata, con aliquota al 21%.