Si riduce la portata dello stralcio delle cartelle esattoriali fino a mille euro, con l’esclusione dei tributi locali e uno slittamento di tempi.
La sanatoria, tra i provvedimenti al centro delle critiche dell’Unione Europea, resta in Manovra 2023 ma dovrebbe essere oggetto di alcune modifiche rispetto al dd di bilancio approdato a Montecitorio. Sempre che si riesca ad arrivare al voto in Commissione Bilancio (ennesimo slittamento a mercoledì 21 dicembre) e poi passare in Aula.
Condono cartelle: emendamenti alla Manovra
Innanzitutto, il condono fiscale non riguarderà i tributi comunali come l’IMU, anche se c’è uno sconto su sanzioni e interessi. Saranno automaticamente eliminate le cartelle esattoriali affidate all’agente della riscossione fra il 2000 e il 2015, ma solo su tasse all’Erario centrale e contributi.
Sui tributi comunali, invece, c’è una sorta di saldo e stralcio, nel senso che il debito originario (per esempio, l’IMU) va pagato, ma vengono invece azzerati gli interessi e le sanzioni. Per quanto riguarda le multe stradali, non viene cancellata la sanzione, ma vengono eliminati gli interessi.
In secondo luogo, slitta al 31 marzo 2023 la data entro la quale verranno cancellati i debiti condonati, per dare più tempo alle amministrazioni locali di coordinare la misura con l’approvazione dei propri bilancio. La data prevista in origine nel ddl era il 31 gennaio. Non si esclude che ai Comuni venga lasciato margine per decidere se ampliare o meno la misura, lasciando lo stralcio. Le certezze si avranno solo nelle prossime ore, con l’approvazione degli emendamenti alla Manovra 2023 in commissione Bilancio alla Camera.
Modifiche anche alla tregua fiscale sulle liti pendenti, estesa anche alle accise: sarà possibile sanare controversie già in tribunale, pagando una cifra che varia a seconda del grado di giudizio e delle sentenze relative ai gradi precedenti.
Iter di approvazione delle novità 2023
I lavori di Montecitorio si stanno prolungando troppo, era previsto che la Legge di Bilancio arrivasse in Aula nella mattinata di martedì 20 dicembre invece c’è stato uno slittamento a mercoledì 21 dicembre del voto in Commissione. I tempi diventano quindi ancora più stretti di quanto già non fossero.
L’ok definitivo della Camera era previsto entro il 23 dicembre, ora non si esclude l’ipotesi di una riunione straordinaria dell’Aula il 24 dicembre. Il testo del ddl di Bilancio deve poi essere approvato dal Senato, dove il calendario prevede un passaggio velocissimo dal 27 al 29 dicembre. Sempre che non sfumi tutto per mancanza di tempo e si torni al ddl originario della Manovra.