La fatturazione elettronica nei prossimi anni diverrà obbligatoria per le operazioni estere B2B intra-UE. Lo prevede la proposta legislativa sull’IVA digitale presentata dalla Commissione Europea l’8 dicembre.
In base alla proposta, gli Stati membri dovranno adeguare procedure e standard nazionali al fine di uniformarsi a quella unica europea.
Tradotto, le fatture elettroniche italiane per transazioni nazionali tra soggetti IVA (B2B), che al momento adottano lo standard XML, dovranno adeguarsi allo standard UE, che in base alla proposta VAT in the Digital Age dovrebbe essere quello UBL (Universal Business Language) o CII (Cross Industry Invoice).
Questo formato è già in vigore dal 16 novembre 2022 per la fatturazione elettronica negli appalti pubblici, in base all’aggiornamento alla versione 2.2 – da parte dell’Agenzia delle Entrate – delle Regole tecniche in relazione alla norma europea EN16931).
L’obiettivo è quello di consentire una lettura in tempo reale dei dati fiscali di ciascuna transazione transfrontaliera al fine di poterne individuare i profili di rischio.
Una volta in vigore la nuova regolamentazione UE sull’IVA nell’era digitale, le imprese dovranno emettere e-fattura con formato europeo per tutte le operazioni transfrontaliere di tipo commerciale in ambito comunitario, comunicandone i dati fiscali secondo standard UE. Con adeguamento, anche in Italia, previsto entro il 2028.
A cambiare, dunque, non sarà soltanto il formato ma anche il sistema di rendicontazione dell’imposta dovuta, che da massivo diventa analitico. Sotto la lente c’è pertanto il VIES e la procedura di invio degli elenchi riepilogativi al Fisco sulle operazioni intra-UE. Dati che vanno condivisi con le altre autorità fiscali dell’Unione Europea a scopo anti-evasione.