Non se ne parlava più da qualche settimana, per cui la flat tax incrementale sembrava fra le misure che, pur facendo parte dei programmi economici del Governo, non erano destinate a finire nella Legge di Bilancio, prevalentemente incentrata su caro energia e inflazione.
Invece, in base alle anticipazioni fornite in audizione parlamentare sulla NaDEF dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, questa nuova forma di tassa piatta è già allo studio dei tecnici del Ministero delle Finanze proprio in vista della Manovra economica 2023.
Flat tax incrementale: i beneficiari
Giorgetti ha anche fornito nuovi particolari sul funzionamento della tassazione sostitutiva applicata al reddito annuo incrementale delle Partite IVA non aderenti al regime forfettario.
Potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito rispetto al maggiore tra i medesimi redditi nei tre anni d’imposta precedenti.
Il regime sostitutivo opzionale è atteso già nella Manovra 2023, in modo da poterlo applicare già sull’anno di imposta in corso.
Come si applica la tassa piatta
Altro chiarimento importante: la flat tax incrementale allo studio prevede un’aliquota al 15% sulla quota di incremento di reddito prendendo a riferimento il maggiore di quelli annui prodotti nel triennio precedente. Sostanzialmente, una mini-flat tax applicata ad una piccola parte di reddito, che corrisponde a quello “aggiuntivo” (incrementale) rispetto a quello maggiore nell’ultimo triennio.
Una considerazione: i titolari di reddito di impresa sono esclusi da questo nuovo regime opzionale se già applicano la flat tax. Tuttavia, per i forfettari c’è allo studio un’estensione a 85mila euro. Significherebbe poter includere migliaia di Partite IVA che altrimenti sarebbero fuori dal regime agevolato, consentendo loro di applicare una tassa piatta pur sempre vantaggiosa.
Per tutte le conferme è necessario attendere la Manovra.