Fra le novità della legge di conversione del Decreto Semplificazioni approvato alla Camera c’è un innalzamento della soglia che fa scattare la segnalazione del Fisco relativa al rischio di crisi d’impresa: l’allerta partirà in presenza di un mancato versamento IVA pari ad almeno il 10% del fatturato oppure a 20mila euro (soglia quadruplicata rispetto ai precedenti 5mila euro.
Segnalazioni di allerta: cosa cambia
Si tratta di una modifica (articolo 25 novies del dlgs 14/2019) al nuovo Codice della crisi d’impresa, entrato in vigore lo scorso 15 luglio, che va incontro a richieste arrivate da imprese e commercialisti. Come funziona? Allo scattare della soglia, l’Agenzia delle Entrate segnala all’imprenditore, via PEC o raccomandata, l’esistenza di un:
debito scaduto e non versato relativo all’IVA, risultante dalla comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche, superiore all’importo di 5mila euro, e comunque non inferiore al 10% dell’ammontare del volume d’affari risultante dalla dichiarazione relativa all’anno d’imposta precedente. La segnalazione viene comunque inviata se il debito è pari ad almeno 20mila euro.
La formulazione precedente prevedeva solo la soglia di 5mila euro. Dopo la modifica questo tetto vale solo se l’importo dell’IVA non pagata è pari ad almeno il 10% del fatturato dell’anno precedente. Questo tetto viene superato solo se il debito IVA supera i 20mila euro, nel qual caso scatta sempre la segnalazione.
Esempi di allerta per debiti IVA
- Impresa che l’anno precedente ha fatturato 150mila euro: l’avviso delle Entrate scatta solo l’IVA omessa è pari ad almeno 15mila euro (il 10% dei ricavi).
- Impresa che l’anno precedente ha fatturato 300mila euro. Il 10% sarebbe pari a 30mila euro, ma questa cifra è più alta del minimo che fa scattare l’avviso, che è pari a 20mila euro. Quindi, questa impresa riceve la comunicazione dell’Agenzia delle entrate in presenza di un’IVA non pagata pari ad almeno 20mila euro.
Proroga per le segnalazioni al Fisco
La precedente formulazione prevedeva poi che queste regole valessero a partire dal primo trimestre di quest’anno, mentre ora c’è una proroga al secondo trimestre 2022. Infine, le comunicazioni non sono più inviate entro 60 giorni dal termine di presentazione delle comunicazioni IVA ma entro 150 giorni.
Ricordiamo che la legge di conversione del decreto Semplificazioni è stata approvata dalla Camera, ma deve ancora passare al Senato. Di conseguenza, al momento sono ancora valide le vecchie regole.