Elevare a 120mila euro la somma della cartella esattoriale rateizzabile con procedura semplificata e portare da cinque a otto il numero di rate non pagate sopra le quali scatta la sospensione dal piano di rateazione: sono due novità contenute negli emendamenti presentati nelle commissioni Finanze e Bilancio della Camera nell’ambito della legge di conversione del decreto Aiuti.
Per il momento si tratta di emendamenti su cui è intervenuta una riformulazione, ma per sapere se rientreranno o meno nel testo finale della legge di conversione del dl 50/2022, bisogna aspettare i prossimi giorni. Intanto vediamo di cosa si tratta.
La soglia per la rateazione semplificata
Al momento, i contribuenti che ricevono una cartella esattoriale con inscrizione a ruolo, possono chiedere il pagamento a rate semplificato (massimo di 72 rate in 6 anni), senza allegare documentazione che ne giustifichi la richiesta, per debiti fino a 60mila euro: basta auto-dichiarare una temporanea situazione di difficoltà economica. Se l’emendamento sarà approvato, tale soglia sarà elevata a 120mila euro.
Non solo: in base alla formulazione dell’emendamento, questa nuova possibilità dovrebbe essere applicabile a ogni singola richiesta di rateizzazione. E la soluzione sarebbe percorribile anche da chi ha già rateazioni in corso, con la possibilità di riformulare il piano.
Decadenza dopo 8 rate non pagate
La seconda novità riguarda le regole sulla decadenza da un piano di rateizzazione. Attualmente scatta in caso di mancato pagamento di cinque rate anche non consecutive, con l’emendamento questo numero è portato a otto e si permette al contribuente di chiedere ulteriori piano di rateazione; non si può invece chiedere una nuova dilazione dei pagamenti per un piano decaduto.
Queste nuove opzioni di rateazione riguardano imprese, professionisti e contribuenti privati.
Iter di conversione del Decreto Aiuti
I tempi per i lavori parlamentari sono stretti: la legge di conversione del Decreto Aiuti va approvata entro il 16 luglio. Il testo, dopo il via libera della Camera, deve passare dal Senato. In base al calendario dei lavori di Montecitorio, il provvedimento è atteso in Aula lunedì 4 luglio.