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Calcolo IMU per case in affitto: sconti fino al 25%

di Alessandra Gualtieri

Pubblicato 17 Maggio 2023
Aggiornato 10 Luglio 2023 07:09

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L'IMU non è dovuta da chi è in affitto ma il proprietario che versa l'imposta può ottenere una riduzione in casi particolari: regole a agevolazioni.

Per il calcolo della prima rata IMU, i proprietari di immobili in affitto pagano per intero la quota dovuta entro il 16 giugno 2023, tuttavia possono godere di particolari agevolazioni qualora il contratto stipulato preveda l’applicazione di un canone concordato.

Vediamo come si calcola l’imposta e quali riduzioni si possono applicare.

IMU in affitto: chi paga?

Per prima cosa, è bene ricordare che, dopo l’abolizione della TASI, l’IMU è rimasta per intero a carico del proprietario dell’immobile. Gli inquilini sono pertanto esentati dall’imposta anche se si tratta di un’abitazione di residenza, trattandosi di un tributo legato al possesso dell’immobile, salvo diversa disposizione contrattuale di locazione.

I soggetti a carico dei quali grava l’onere del pagamento IMU sono in alternativa:

  • il proprietario dell’immobile;
  • il titolare del diritto reale sull’immobile (compreso usufrutto);
  • l’assegnatario del bene a seguito di provvedimento del giudice;
  • il concessionario per le aree demaniali;
  • il locatario per immobili in locazione finanziaria / rent to buy.

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IMU in affitto: quanto si paga?

Il proprietario dell’abitazione residenziale concessa in affitto e locata con contratto a canone concordato (come il classico 3+2), può versare una IMU ridotta al 75%, utilizzando quindi uno sconto del 25%. Questa regola vale fin da 2016.

Dal 2019, il pagamento dell’IMU (con gli sconti del caso) è a carico del proprietario o di altro titolare di diritto reale dell’immobile, anche se si applica la cedolare secca. Prima dell’abolizione TASI gli inquilini dovevano pagare una quota dal 10% al 30%, mentre adesso l’intera imposta (la nuova IMU ha di fatto assorbito la vecchia TASI in termini di aliquote applicate) è a carico del proprietario della casa data in affitto.

Ci sono poi le eventuali ulteriori agevolazioni deliberate dal Comune, per le quali è necessario verificare la presenza della delibera applicata per l’anno in corso. In alcuni Comuni è richiesto l’invio di un’apposita dichiarazione entro dicembre, per quanto si tratti di dati già noti all’Amministrazione finanziaria trattandosi di contratti registrati.

Come si calcola l’IMU per una casa in affitto?

Il calcolo IMU per una casa in affitto è analogo a quello per gli altri immobili residenziali: si rivaluta del 5% la rendita catastale e si moltiplica per il coefficiente 160.

Nei casi in cui si applica la cedolare secca, le agevolazioni d’imposta (aliquota piatta sostitutiva di IRPEF e addizionali) sulle rendite del fabbricato locato non riguardano l’imposta sul possesso/diritto reale sull’immobile. Per cui l’IMU si paga, seppur ridotta al 75%, dopo aver calcolato l’imposta ordinaria con la consueta formula.