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Riforma IRPEF: i conguagli in busta paga

di Anna Fabi

Pubblicato 30 Marzo 2022
Aggiornato 2 Giugno 2022 15:28

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Calcolo nuova IRPEF in busta paga entro il cedolino paga di aprile 2022, con conguaglio IRPEF su detrazioni e stipendio retroattivo dal 1° gennaio.

Imprese e sostituti d’imposta devono incamerare le novità della riforma IRPEF in busta paga, prevedendo anche il conguaglio dei primi mesi del 2022. A fornire il quadro completo delle istruzioni fiscali è la Circolare 4/2022 dell’Agenzia delle Entrate, relativa alla riforma prevista dalla Legge di Bilancio.

Vediamo i dettagli.

Conguaglio IRPEF 2022

In busta paga, le novità si sarebbero dovute applicare dal primo gennaio 2022 ma le imprese e i sostituti d’imposta non hanno avuto il tempo di adeguare i software di elaborazione buste paga. Considerando anche l’entrata in vigore dal primo marzo 2022 delle modifiche dell’articolo 12 del TUIR (Assegno unico al posto delle detrazioni per i figli a carico in busta paga), l”Agenzia delle Entrate ha concesso ai sostituti d’imposta di adeguarsi alle modifiche normative entro aprile 2022.

=> Calcolo stipendio netto

Quindi, al massimo con la busta paga di aprile, la riforma IRPEF deve essere recepita dalle imprese, che dovranno provvedere ad effettuare un conguaglio per i primi mesi del 2022 relativo agli stipendi da gennaio in poi. Le imprese che hanno già recepito la riforma con la busta paga di marzo hanno effettuato i conguagli nel cedolino paga in corso.

La riforma IRPEF in busta paga

Per chi ancora non ha avuto l’aggiornamento nel cedolino dello stipendio e troverà le novità incamerate in quello di aprile 2022, come cambia dunque la busta paga? La riforma (commi da 2 a 8 della legge 234/2021) ha ridotto gli scaglioni fiscali da cinque a quattro modificando le relative aliquote IRPEF, rivede il meccanismo delle detrazioni su lavoro dipendente e da pensione (aumentate le soglie), modifica il trattamento integrativo (bonus Renzi) per i redditi fra 15mila e 28mila euro (sul primo scaglione resta immutato).

IRPEF: nuovi scaglioni e aliquote

  1. redditi fino a 15mila euro: 23%;
  2. redditi fra 15mila e 28mila euro: 25%;
  3. redditi  fra 28mila e 50mila euro: 35%;
  4. redditi oltre 50mila euro: 43%.

Rispetto alla previgente disciplina sono intervenute le seguenti modifiche:

  • la seconda aliquota è ridotta dal 27 al 25%;
  • la terza aliquota è ridotta dal 38 al 35% e si applica ai redditi fino a 50mila euro;
  • è soppressa l’aliquota del 41% che si applicava quarto scaglione (fra i 50mila e ei 75mila euro);
  • i redditi sopra i 50.000 euro sono tassati al 43% (prima, questa aliquota scattava sopra i 75mila euro).

Impatto IRPEF più Assegno Unico

Anche questa è una variabile da tener presente, perché può comportare una differenza notevole tra la vecchia e la nuova busta paga, da dove sono spariscono le detrazioni eliminate con l’Assegno unico. In pratica, occorre procedere con calcoli diversificati applicando le vecchie regole fino al 28 febbraio e quelle nuove dal mese di marzo e fine anno. Rivoluzionata anche la disciplina degli assegni familiari, aboliti che i nuclei familiari con potenziali beneficiari dell’Assegno Unico e richiedibili soltanto da quelli in cui non sono presenti figli minori.

=> Calcolo Assegno Unico

Riforma IRPEF in dichiarazione dei redditi

In dichiarazione dei redditi, invece, le novità IRPEF entreranno soltanto nel 2023, in relazione al periodo d’imposta 2022. I modelli 730 e Redditi 2022, infatti, si riferiscono al 2021 e pertanto seguiranno le vecchie regole (per l’ultima volta). Le nuove aliquote e detrazioni faranno il loro debutto, pertanto, nel 730/2023 o Redditi PF 2023.