Allo studio del Governo una nuova misura fiscale finalizzata alla compensazione tra crediti d’imposta derivanti dalla dichiarazione dei redditi (in pratica, i rimborsi IRPEF in busta paga o nel cedolino pensione, erogati dal sostituto d’imposta o accreditati direttamente dall’Agenzia delle Entrate) con i debiti fiscali verso l’Amministrazione finanziaria iscritti a ruolo.
Vediamo come dovrebbe funzionare questo nuovo strumento, anticipato da indiscrezioni di stampa.
Taglio rimborsi IRPEF con somme a ruolo
In base al funzionamento previsto da questo nuovo meccanismo compensativo, volto al recupero dei debiti fiscali automatico, chi ha ad esempio una multa non pagata, il bollo auto non versato entro la scadenza o una rata saltata della TARI sulla spazzatura con relativa cartella esattoriale, si vedrà decurtare il classico rimborso IRPEF da 730 a conguaglio sulle tasse pagate in eccedenza durante l’anno, per un importo corrispondente al debito con l’Erario, l’INPS o gli enti territoriali.
Secondo le stime, si trattarebbe di circa 750mila contribuenti ogni anno, che riceverebbero 460 milioni di crediti d’imposta in meno. Il rovescio (positivo) della medaglia è che si eviterebbero pignoramenti e relative spese connesse.
Taglio rimborsi da 730 e compensazione
La proposta, in base alle anticipazioni di stampa, prevede la possibilità di incrociare i dati sui crediti di imposta con quelli sui debiti fiscali:
in sede di erogazione di un rimborso d’imposta, l’Agenzia delle Entrate verifica se il beneficiario risulta iscritto a ruolo e, in caso affermativo, trasmette in via telematica apposita segnalazione all’agente della riscossione che ha in carico il ruolo.
- Prima di erogare il rimborso IRPEF da 730 o Modello Redditi, il Fisco effettuerebbe dunque una verifica su eventuali carichi pendenti, insoluti e debiti verso lo Stato.
- In caso di posizione a debito, l’Agenzia delle Entrate invierebbe segnalazione all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (che tra l’altro sono destinate a fondersi).
- A quel punto scatterebbe la comunicazione al contribuente, che entro 60 giorni potrà saldare il debito (indicandone la cifra esatta) per evitare la compensazione forzata oppure avviare un contraddittorio endoprocedimentale entro 30 giorni (ma anche rivolgersi al Giudice se ritiene illegittima la pretesa fiscale).
- Diversamente, se non si intraprendono strade difensive ma non si salda neppure il debito nei tempi indicati, il contribuente subirà una decurtazione di pari valore sull’eventuale conguaglio IRPEF spettante.
Somme escluse dalla compensazione
Sarebbero previste tuttavia delle esclusioni da questo meccanismo di compensazione automatica tra debiti fiscali e crediti IRPEF da 730 o altra domalit di dichiarazone dei redditi. In base alla proposta, dovrebbero restare fuori dal taglio dei rimborsi i debiti fino a 100 euro e quelli per i quali il contribuente ha già ottenuto una sospensione o rateizzazione dei pagamenti.
Compensazione rimborsi e cartelle: attuazione
La proposta normativa è contenuta nel dispositivo dell’art. 28-ter (Disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito) del DPR 602/1973 per il pagamento mediante compensazione volontaria con crediti d’imposta, e potrebbe entrare nella legge di Bilancio 2022 come strumento anti-evasione. Serve però un accordo politico su questa misura così delicata, per nulla scontato: la misura è infatti ancora al vaglio del Governo e, anche se destinata alla Manovra economica, potrebbe anche trovare una successiva collocazione (ad esempio la delega fiscale), per quanto resti fermo l’obiettivo del Governo Draghi di definire misure efficaci di contrasto all’evasione fiscale (in line acon gi obiettivi del PNRR), e la compensazione dei crediti da 730 con i debiti iscritti a ruolo muove proprio in questa direzione.