Tratto dallo speciale:

Bonus Ricerca e Sviluppo: come dimostrare l’uso corretto del credito

di Alessandra Gualtieri

27 Ottobre 2021 12:18

logo PMI+ logo PMI+
Bonus Ricerca e Sviluppo: come dimostrare l’utilizzo corretto del credito e non incorrere in sanzioni e responsabilità penali.

Con la legge di stabilità 2015 n°190 del 23 dicembre 2014, le imprese hanno avuto la possibilità di accedere a importanti agevolazioni per gli investimenti in ricerca e sviluppo. La normativa ha visto le prime interpretazioni da parte dell’Ente di controllo a partire dal marzo del 2016 (quindi un anno e tre mesi dopo l’entrata in vigore della legge stessa), attraverso la circolare 5/E del 16 marzo 2016.

Tale provvedimento pareva dare ampie possibilità alle imprese rispetto alla tipologia degli investimenti, all’interno di attività di innovazione di processo, prodotto o servizio, riferibili alla ricerca fondamentale, industriale e sperimentale. Negli anni, però, a seguire l’Agenzia delle Entrate ha emanato una serie di precisazioni, attraverso circolari atte a rispondere a quesiti posti da imprese interessate ad utilizzare il credito d’imposta per ricerca e sviluppo, o a interpretazioni legate alle modifiche apportate alla normativa dal susseguirsi delle leggi di stabilità fino al 2020.

Nell’ultimo anno sono state molte le richieste dell’Agenzia delle Entrate alle imprese inerenti all’utilizzo del sopradetto credito, facendo emergere una situazione piuttosto confusa, rispetto a ciò che si chiede e ciò che la normativa prevede o alla documentazione di riferimento usata come esempio.

Come dimostrare lutilizzo corretto del credito rispetto alla normativa applicata per non incorrere in sanzioni anche importanti dal punto di vista economico e di responsabilità penale? Sono tre gli elementi fondamentali:

  1. la documentazione comprovante l’attività (livello formale),
  2. la sostanzialità della ricerca (nel metodo e nel merito),
  3. la cogenza normativa (rispetto al periodo di investimento e la legislazione presente).

Prima che venga richiesto dall’Agenzia delle Entrate, in ultima analisi, è opportuno che ogni impresa riconsideri le attività svolte in ricerca e sviluppo e identifichi tutti gli elementi che ne comprovino l’effettiva realizzazione, anche alla luce di quanto effettivamente viene richiesto.

Per approfondimenti contattare info@theorema.eu