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Valutazione d’azienda: quale metodo scegliere

di Noemi Ricci

30 Giugno 2021 10:15

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Come orientarsi nella scelta dei metodi nella valutazione aziendale: vantaggi e degli svantaggi in base alle specificità del business aziendale.

La valutazione dazienda è il processo che serve a determinare il valore/capitale economico di un’azienda in un determinato momento, particolarmente utile in caso di compravendite di quote e di pacchetti azionari, in sede di determinazione del prezzo di offerta al mercato (IPO), nella selezione delle migliori opportunità del mercato finanziario, nelle operazioni straordinarie come conferimento, fusione, scissione per determinare la congruità dei rapporti di cambio e in operazioni di aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione.

=> Valutazione aziendale: Calcola online il valore di un’azienda

Per determinare il valore di un complesso aziendale (rating creditizio, solvibilità, ecc.) esistono diversi metodi, che portano a dei risultati diversi, perché in ogni caso di tratta di una stima. Scegliere il metodo giusto per lo specifico caso in esame può quindi fare la differenza, ottenendo un modello di stima più, o meno, accurato. Vediamo dunque come orientarsi nella scelta del metodo per la stima del valore di un’azienda.

Scelta del metodo di valutazione

La scelta dei diversi metodi dipende soprattutto dal business e dal mercato in cui opera l’azienda, ma bisogna anche tenere conto dei seguenti elementi:

  • finalità della valutazione: vendita delle quote o dell’intera azienda, operazioni di finanza straordinaria (Fusioni, Scissioni, Private Equity, Venture Capital ecc.), redazioni di CTU per il Tribunale e così via;
  • caratteristiche del business: azienda manifatturiera con impiego rilevante di assets;, azienda immobiliare, azienda commerciale e di servizi con impiego non rilevante di assets, azienda in cui gli assets immateriali rappresentano il vero valore e così via.

A seconda dei casi ci si può orientare sui seguenti metodi di valutazione d’azienda

Metodo patrimoniale

Il metodo patrimoniale, come suggerisce il nome, serve per quantificare il valore dell’azienda in base alla stima del patrimonio netto rettificato, determinato con riferimento ai valori patrimoniali espressi dall’ultimo bilancio. Questo metodo risulta particolarmente adatto:

  • per aziende in cui assumono rilevanza il valore degli assets presenti nel patrimonio: aziende immobiliari, manifatturiere con immobilizzazioni rilevanti e così via;
  • quando i beni che compongono il patrimonio aziendale sono caratterizzati da un proprio valore, rilevante ed autonomo, come in caso di aziende prive di attività produttiva in cui prevale l’elemento patrimoniale;
  • nel caso in cui il perito abbia accesso ai dati aziendali economici, finanziari e contabili e che venga effettuata un’attenta procedura preventiva di due diligence, con conseguente rielaborazione dei dati.

Il metodo patrimoniale necessita una conoscenza approfondita dell’azienda che si sta valutando. Per effettuare una valutazione aziendale con il metodo patrimoniale è infatti necessario redigere una situazione patrimoniale al momento della valutazione che:

  • deve essere di natura extracontabile;
  • deve indicare anche le passività potenziali non inserite in bilancio;
  • non deve indicare i beni non necessari all’attività di impresa (patrimonio accessorio o surplus assets);
  • deve applicare criteri di valutazione non di funzionamento.

Pro e contro:

  • si tratta di un metodo semplice che ha il vantaggio di non avere bisogno di un Piano industriale previsionale e di utilizzare un criterio di stima sicuro e affidabile, derivando da dati certi ed oggettivi e non da previsioni soggettive;
  • lo svantaggio è che fotografa la situazione dell’azienda solo ad un dato istante sulla base dei dati prettamente contabilim elemento che non si sposa bene con un mercato molto dinamico e  competitivo come quello attuale.

=> Valutazione aziendale con metodo patrimoniale: come funziona

Metodo reddituale

I modelli reddituali stimano il valore sulla base dei redditi che l’azienda è stata in grado di generare o che sarà in grado di generare nel futuro. Questa metodologia presuppone la conoscenza sia del valore del reddito previsionale sia del tasso al quale attualizzare i flussi di reddito previsionali. Si tratta di un modello particolarmente adatto ad essere utilizzato:

  • in mercati molto dinamici, come quello attuale;
  • nelle aziende che hanno raggiunto un certo livello di maturità e stabilità;
  • nelle PMI, perché consente di tenere conto sia della dimensione patrimoniale che dei risultati, è quello dell’attualizzazione limitata del sovrareddito.

Esempi le situazioni in cui è preferibile utilizzare tale metodologia di valutazione aziendale sono:

  • situazioni in cui è possibile costruire previsioni attendibili sui flussi futuri;
  • aziende in cui gli elementi patrimoniali hanno scarsa rilevanza;
  • conferimenti / cessioni di rami d’azienda con oggetto principale la cessione di elementi immateriali, quali contratti, Know – how e forza lavoro;
  • acquisizioni e joint – venture

Pro e contro:

  • il vantaggio del modello reddituale è che se il Piano industriale è redatto correttamente e i dati presenti nella formula sono rispondenti alla realtà, avendo un’analisi incentrata non solo su dati storici ma anche previsionali;
  • lo svantaggio è che è un metodo più difficile da applicare correttamente.

=> Valutazione aziendale con metodo reddituale: calcolo ed esempi

Metodo misto

Per mettere insieme i vantaggi e mitigare gli svantaggi dei due metodi, spesso si ricorre ad un metodo misto patrimoniale-reddituale, che tiene in considerazione sia la situazione patrimoniale che la capacità di generare redditi, evidenziando sia una valutazione obiettiva e verificabile, sia una stima dell’avviamento.

Pro e contro:

  • il vantaggio è che, rispetto al sistema reddituale puro attraverso tale metodo si tengono in considerazione anche gli aspetti patrimoniali dell’azienda che in alcune situazioni possono essere rilevanti;
  • lo svantaggio è che anche in questo caso la stima reddituale non è semplice, così come la corretta predisposizione di un Piano industriale previsionale. In più i metodi misti soffrono dei limiti propri dei metodi applicatii: risentono della soggettività e dell’incertezza tipica dei metodi reddituali e della mancanza di razionalità e scientificità tipica dei metodi patrimoniali.

=> Valutazione aziendale con metodo misto

Metodi finanziari

Il cosiddetto metodo discounted cash flow va a stimare il valore del capitale di un’azienda facendolo corrispondere alla somma dei flussi di cassa operativi che la stessa potrà conseguire nel tempo attualizzati mediante un tasso idoneo. In pratica si fa coincidere il valore del capitale economico con il valore attuale netto (Net Present Value) di tali flussi, originati dalla gestione caratteristica dell’impresa e considerati al lordo degli oneri finanziari e della restituzione delle risorse impiegate da tutti i finanziatori dell’impresa (capitale di rischio e di terzi).

Esistono due grandi categorie di metodi finanziari:

  • unlevered, basati sull’attualizzazione dei flussi di cassa disponibili per tutti coloro che apportano risorse finanziarie in azienda (possessori di azioni ordinarie, di azioni privilegiate, di obbligazioni ordinarie o convertibili, fornitori di capitale di debito). I flussi di cassa disponibili sono calcolati al lordo degli interessi passivi e scontati WACC;
  • levered basati sull’attualizzazione dei flussi di cassa disponibili per gli azionisti, scontati ad un tasso (costo dell’equity=Ke) che ne riflette il grado di rischio. I flussi di cassa sono calcolati al netto del servizio del debito.

Pro e contro:

  • Il vantaggio è di avere un metodo più razionale ai fini della valutazione di una azienda;
  • lo svantaggio è di essere comunque legati ad una elevata soggettività dovuta alle ipotesi necessarie per la stima puntuale dei cash flow disponibili durante il periodo esplicito di previsione- In più si ha una limitata attendibilità del procedimento di previsione dei flussi di cassa disponibili oltre un certo numero di anni, vi sono problemi legati alla determinazione dei parametri del tasso di attualizzazione nel caso di società non quotate. Difficoltà che aumentano in caso la società da valutare appartenga a sistemi economici in cui i mercati mobiliari sono poco sviluppati.

Metodi empirici

I metodi empirici vengono solitamente utilizzati con finalità di controllo della valutazione effettuata con i metodi principali sopra citati, ma si prestano bene anche ad essere utilizzati come metodi principali per la stima di società non quotate di piccole e medie dimensioni. I metodi empirici possono avere diversi approcci:

  • l’approccio delle transazioni comparabili stima il prezzo ragionevolmente ottenibile per una società non quotata prendendo come riferimento acquisizioni effettivamente avvenute aventi per oggetto società simili;
  • l’’approccio delle società comparabili si distingue da quello delle transazioni comparabili esclusivamente per il fatto che assume come benchmark società quotate.

Pro e contro:

  • il vantaggio è di utilizzare dei metodi estremamente semplici da applicare, da poter utilizzare con una certa frequenza, anche nel breve periodo, basati su dati contabili ed economici spesso più attendibili ed oggettivi delle informazioni che sarebbero necessarie per l’applicazione di metodologie di valutazione più complesse. In più i metodi empirici esprimono valori “rappresentativi” in quanto derivanti direttamente dalle negoziazioni di azioni/partecipazioni/società;
  • lo svantaggio è di utilizzare metodi di “dubbia” razionalità e e interpretazioni dei dati di mercato possono essere difficoltose.