Il primo luglio è prevista la ripresa della riscossione fiscale, ossia delle notifiche (avvisi di accertamento esecutivo e di addebito INPS) e pignoramenti (stipendi, pensioni e trattamenti assimilati), Dopo le diverse proroghe che si sono succedute nel corso dei mesi, sul tavolo c’è già la richiesta di un ennesimo rinvio, accompagnata da una sorta di ammortamento dei debiti – come lo ha definito il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, in un suo recente intervento in Confcommercio – per tutti gli accertamenti che verranno:
Tutto ciò che in questo anno e mezzo si è accumulato come debito non può essere richiesto ad attività imprenditoriali che escono faticosamente dalla crisi, non può essere chiesta la pronta onorabilità di questi debiti.
Il termine per la sospensione dell’attività di riscossione, per indicazione del Decreto Sostegni-bis (DL n. 73/2021, articolo 9), è fissato al 30 giugno 2021 mentre i termini di pagamento riprendono dopo un mese: in pratica, entro il 2 agosto (il 31 luglio è sabato) sarebbe necessario saldare i debiti per le cartelle esattoriali sospese dall’8 marzo 2020 ad oggi.
Si tratta di oltre un anno di fermo dovuto alla grave crisi economica in atto, dovuto ad una pandemia i cui effetti non si sono certo già assorbiti. Dunque, nonostante la graduale ripartenza, la riscossione fiscale prevedibilmente non riprenderà speditamente. Ecco perchè il Ministro Giorgetti si è espresso in favore di misure di supporto:
Si deve trovare un temperamento per quanto riguarda le sanzioni. Credo il Parlamento stia provvedendo a un rinvio.
Si studia una sorta di ammortamento di questi debiti, ipotizzando una richiesta scaglionata o una previsione di saldo “morbido”, senza sanzioni per un determinato periodo di tempo. La ripresa graduale, del resto, è stata teorizzata molti mesi fa dallo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, venendo data quasi per scontata. Tanto più che siamo in fare si ripartenza, e per consentire alle imprese di contribuire alla crescira della PIL – il traguardo del 5% è quello stimato da Giorgetti, che per fine 2022 auspica il ritorno ai livelli precedenti alla crisi – è necessario investire, non svuotare ancora le casse.
Le sorti del paese sono legate in modo chiarissimo a come saremo capaci di implementare il PNRR: non basta stanziare tante risorse, la cosa importante è spenderle bene.
Non solo: la filiera produttiva del Paese è in affanno, i lavoratori, tanto quanto le imprese, sono a rischio e vanno parimenti tutelati per consentire a tutte le forze in campo di contribuire per la ripartenza economica e sociale dell’Italia. Anche per questo fine, il Ministro ha confermato per i prossimi giorni un incontro strategico con il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, per approfondire vari aspetti, non solo i nuovi ammortizzatori sociali ma anche la gestione di questa fase nuova per il mercato del lavoro.