Un nuova rottamazione quater 2016-2019 e un nuovo saldo e stralcio per evitare la notifica di milioni di cartelle: è un orientamento che fa capolino tra le fila di Governo, ed espresso dal Viceministro all’Economia Laura Castelli, che prevedrebbe il condono di sanzioni e interessi per i debitori “più fragili” ed una semplice riduzione per chi è in regola ma che inevitabilmente sconta gli effetti della crisi.
Una “pulizia di magazzino” dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione che annovera circa 100 miliardi di crediti (55 dei quali sotto i mille euro, perfetti candidati per un nuovo saldo e stralcio) per la maggior parte di fatto non più esigibili. Una soluzione fortemente caldeggiata anche dalle opposizioni.
Una soluzione tampone che potrebbe fornire una nuova tregua dopo la ripresa della riscossione il primo gennaio 2021, al termine del lungo periodo di moratoria concesso dal Governo, con proroghe a più riprese, in conseguenza della crisi economica generata dalla pandemia Coronavirus e dalle restrizioni imposte dai provvedimenti anti Covid-19.
Quella della pace fiscale sarebbe una strada teoricamente “facile”, che tuttavia comporterebbe un impatto notevole per le casse dell’Erario, già messe a dura prova dalle sospensioni 2020 sui gettiti tributari. C’è il rischio che le dichiarazioni abbiano un valore più che altro politico e poco sostrato tecnico in questo momento.
In realtà, siamo ancora in attesa di conoscere le misure del annunciato Ristori 5, di cui tanti si è parlato prima di fine anno e che dovrebbe prevedere anche indennizzi ai professionisti in albo, nell’ambito di un nuovo piano di interventi per i quali era stata ipotizzata la richiesta di un ulteriore scostamento di bilancio per 20 miliardi di euro. In questo provvedimento, potrebbe trovare posto una rottamazione quater per le cartelle fino al 2019.
Certo, al momento il Governo è concentrato soprattutto sulla definizione del Recovery Plan, la cui approvazione è strategica per programmare il finanziamento delle misure per la ripartenza. Senza contare la “velata” crisi di Governo sullo sfondo: se il Conte bis cade, si ferma anche il Decreto Ristori finale.
Sul piano degli aiuti fiscali, dunque, il compromesso individuato al momento è quello della flessibilità per i piani decaduti e le semplificazioni per le nuove rateizzazioni dei debiti a ruolo. Si potranno saltare fino a 10 rate senza perdere le agevolazioni della dilazione e si potrà ottenere un pagamento rateizzato per debiti fino a 100mila euro senza nessuna documentazione a corredo.
Nel frattempo occhi puntati sulle scadenze della Rottamazione-ter, per la quale sono state rinviate al primo marzo 2021 tutte quante le scadenze di pagamento 2020. Più severe le regole per i pagamenti 2021: il primo marzo è anche il termine ultimo per il versamento della prima rata dell’anno in corso e in questo caso niente sconti: per i versamenti effettuati in ritardo o per importi parziali, si perde l’agevolazione e le somme versate saranno considerate semplicemente come un acconto su quanto originariamente e complessivamente dovuto.
Intanto, l’11 gennaio partono le audizioni per la definizione della futura riforma fiscale (in attuazione della legge delega sulla revisione dell’imposizione IRPEF), in cui potrebbe trovare posto un meccanismo di definizione agevolata automatica per i debitori che abbiano subito determinati cali di fatturato e reddito, con valutazione su base semestrale.