Ha passato in rassegna tutte le agevolazioni fiscali attualmente in vigore in Italia Unimpresa, arrivando a stabilire, con un’analisi basata su dati del ministero dell’Economia, che oggi nel nostro Paese ci sono ben 799 possibilità di ottenere degli sconti fiscali (43 in più rispetto alle 756 del 2107), per un valore di 313,1 miliardi di euro, che incidono sulle Casse dello Stato in maniera crescente negli ultimi 10 anni (+60% a 289,5 miliardi).
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La giungla italiana delle agevolazioni
Una giungla in cui spesso è difficile districarsi, con il risultato che non tutti riescono a sfruttare al meglio detrazioni, deduzioni, sgravi e le altre agevolazioni fiscali offerte dalla normativa vigente.
Una realtà cresciuta sistematicamente negli ultimi 10 anni:
- nel 2011 c’erano 720 voci (253,7 miliardi);
- nel 2012 erano 723 (270,6 miliardi);
- nel 2014 si era registrata una lieve diminuzione degli sconti in termini quantitativi sull’anno precedente (742 contro i 744 del 2013) che tuttavia erano saliti di 8,5 miliardi (da 267 miliardi a 775,5 miliardi);
- in cinque anni, dal 2011 al 2016, la mappa di sconti e agevolazioni fiscali è aumentata di 79 voci (+10,97%) e di 59,4 miliardi (+23,41%).
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In Italia, primo Paese europeo nell’utilizzo delle eccezioni fiscali, tra il 2011 e il 2019 si è registrata una variazione in positivo, in termini percentuali, del +11% per quanto riguarda il numero delle voci che compongono la complessa mappa di sconti tributari, salita di oltre il +23% in termini di valore.
Spiega Unimpresa, che sottolinea come il nostro Paese sia in cima alla classifica di quelli che in Europa e nel Mondo fanno maggior ricorso, in rapporto al prodotto interno lordo, alle “eccezioni” in campo tributario:
- in Italia il peso delle tax expenditure rispetto al PIL e dell’8%;
- solo in Australia valgono di più (8,2%);
- terzo posto per gli Stati Uniti d’America (7,6%);
- più lontani i Paesi europei come Gran Bretagna (5,9%), Spagna (3,8%), Grecia (3%), Austria (2,9%), Danimarca (2,8%), Norvegia (2,6%), Francia (2,2%), Canada (2%), Olanda (1,9%), Germania (0,8%) e Portogallo (0,6%).
Le agevolazioni sono dunque decisamente troppe e soprattutto troppo complicate, ecco perché secondo Unimpresa è giusto mettere mano al sistema degli sconti tributari.
Ma solo se la riforma è finalizzata a semplificare il quadro normativo e applicativo. Quello che sta invece emergendo nel dibattito degli ultimi giorni, purtroppo, è un taglio lineare delle tax expenditure che pare volto a risparmiare per mere esigenze di finanza pubblica.
Commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.