Tra gli strumenti di prevenzione e contrasto all’evasione fiscale che Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanze possono, legittimamente utilizzare in Italia per effettuare controlli fiscali e verificare possibili incongruenze con quanto dichiarato al Fisco, ci sono anche i controlli su quanto pubblicato su internet, ovvero su articoli di giornale, siti internet e social network.
Controlli del Fisco sui social network
A chiarirlo è stata la stessa Agenzia delle Entrate con la circolare n.16/E/2016: Fisco e GdF possono attingere a dati provenienti da banche dati ma anche ad altre fonti, comprese quelle aperte. Tra queste fonti vi sono anche la stampa, il web e i profili social.
Dunque attenzione perché se quanto si pubblica perché se da esse possono essere desunte eventuali incongruenze tra tenore di vita e redditi dichiarati, il Fisco potrà utilizzare queste informazioni per effettuare dei controlli.
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Importante precisare che, a differenza di quanto avviene ad esempio in Francia, dove con l’ultima Legge di Bilancio è stato dato il via libera all’Agenzia delle Entrate di usare algoritmi e big data per scansionare in maniera automatica e pressoché costante i social media alla ricerca di furbetti, in Italia il controllo dei social network e di altre fonti aperte viene effettuato solo come strumento a supporto delle prove ottenute con indagini già avviate per valutare complessivamente la capacità contributiva dei soggetti o supportare eventuali contestazioni basate sulla incongruenza dei ricavi dichiarati.