Con l’arrivo del nuovo anno arrivano anche novità in tema di buoni pasto. La Legge di Bilancio ha previsto un aumento, dal 1° gennaio 2020, della soglia di deducibilità dei buoni pasto elettronici da 7 a 8 euro (fino a questo importo non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente) e un taglio a quella dei buoni pasto cartacei da 5,29 euro a 4 euro. Almeno questo è quanto prevede l’attuale testo della manovra, che dovrebbe essere approvato di qui a pochi giorni.
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Buoni pasto elettronici: le novità 2020
Il testo della manovra va quindi ad intervenire sull’articolo 51 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi). In particolare la norma è contenuta nell’articolo 83 della Legge di Bilancio 2020, che riscrive la lettera c) del comma 2 dell’articolo 51 del TUIR nel seguente modo:
Le somministrazioni di vitto da parte del datore di lavoro nonché quelle in mense organizzate direttamente dal datore di lavoro o gestite da terzi; le prestazioni sostitutive delle somministrazioni di vitto fino all’importo complessivo giornaliero di euro 4, aumentato a euro 8 nel caso in cui le stesse siano rese in forma elettronica.
I buoni pasto elettronici altro non sono che delle sorte di carte ricaricabili sulle quali il datore di lavoro versa l’importo dovuto al lavoratore per i buoni pasto. Con questa sorta di bancomat i lavoratori possono pagare il pasto presso i ristoranti e bar convenzionati al circuito della società che ha emesso i buoni pasto, compresi i supermercati (dal 9 settembre 2017 la legge consente la cumulabilità fino ad 8 buoni pasto). Il chip della carta viene letto tramite terminale POS che si collega in automatico al server della società che ha emesso i buoni e registra l’ammontare della spesa, scalando l’importo dal saldo a disposizione del dipendente. Le transazioni registrate rappresentano poi la base per il meccanismo di fatturazione dell’azienda e della società emittitrice.
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In aggiunta, per le aziende l’IVA al 4% sui ticket restaurant è integralmente detraibile. I titolari d’azienda e soci, e le aziende individuali, possono detrarre integralmente l’IVA sui buoni pasto elettronici al 10%, fino al massimo importo pari al 2% del fatturato, percentuale che comprende anche altri tipi di spese come l’albergo, la trasferta e così via.
Nessuna novità sul fronte dell’esenzione fiscale e previdenziale dei buoni pasto elettronici, che continua essere valida a prescindere dal valore di ciascun ticket e dal supporto digitale o cartaceo con cui vengono distribuiti.
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Contrasto ai buoni pasto cartacei
Oltre alla ridotta soglia di esenzione, non è prevista nessuna detrazione IVA per le aziende che utilizzano il servizio dei ticket cartacei.
L’obiettivo è, come nel caso dei contanti, favorire la digitalizzazione dei pagamenti rendendoli tracciabili, con il fine ultimo di contrastare l’evasione fiscale, stimata intorno ai 24 milioni di euro.