Con il Ddl Bilancio, il Governo ha messo nero su bianco una nuova stretta sulle auto aziendali, con maggiori penalizzazioni per le vetture inquinanti. Previsto nello schema di Manovra 2020 il rincaro delle tasse sui fringe benefit, con forti aumenti impositivi sul chilometraggio in carico ai dipendenti che usano un’auto aziendale, soprattutto se di grossa cilindrata o ad alte emissioni inquinanti (lasciando invece inalterata la normativa vigente per chi utilizza veicoli ecologici ed escludendo dalla stangata gli agenti di commercio).
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Auto aziendali, Renzi: la tassa non ci sarà
Misure alle quali ora l’Esecutivo sembra pronto a fare marcia indietro, almeno stando all’annuncio di Matteo Renzi su Facebook:
Nei giorni scorsi ci hanno accusato di essere sfasciacarrozze perché chiedevamo di cancellare provvedimenti sbagliati come l’aumento delle tasse sulle auto aziendali. Adesso che questa misura sbagliata è stata cancellata potremmo toglierci tanti sassolini dalle scarpe e chiedere che fine hanno fatto quelli che una settimana fa ci insultavano.
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Dietro front sulle nuove tasse? Evidentemente le forti polemiche, provenienti anche dall’intera industria automobilistica, hanno riaperto il dibattito, con ipotesi di correttivi al testo della manovra.
Dalle parole di Renzi sembrerebbe che, in vista del passaggio parlamentare della Legge di Bilancio, l’intenzione del Governo sarebbe una marcia indietro completa:
Italia Viva è nata per risolvere problemi, non per fare polemiche. E adesso possiamo dire che la tassa sulle auto aziendali non ci sarà. Avanti così.
Se dovesse essere confermato, l’Esecutivo dovrebbe individuare misure compensative, visto che la nuova tassa, insieme alla plastic tax per la quale si sta profilando uno slittamento a non prima di luglio, vale oltre 1,3 miliardi di euro nel 2020. Il tutto andrà sicuramente ad alimentare, ulteriormente, lo scontro in Parlamento.