Il 30 settembre è l’ultimo giorno per i versamenti ISA (IRAP, IVA, IRPEF, addizionali e imposte sostitutive risultanti dal Modello Redditi 2019 per i soggetti per i quali sono stati approvati gli ISA) e coincide con l’avvio dello sciopero indetto dai commercialisti – e sostenuto da molte aziende – dovuto alle difficoltà riscontrate dai professionisti in materia.
La protesta
A poco è servito il chiarimento fornito nei giorni scorsi del Governo, rispondendo a due interrogazioni sugli ISA presentate in Commissione Finanze alla Camera. Nell’occasione, infatti, il MEF ha provato, con scarsi risultati, a gettare acqua sul fuoco sul malcontento generale sugli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale.
Sulle incertezze legate alle numerose revisioni ai software di compilazione e controllo degli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale, il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, ha ritenuto che le release abbiano riguardato un numero ridotto di indici e non hanno comunque avuto impatto sui calcoli (ma le associazioni di categoria non sono d’accordo).
Non solo: nel ricordare che il contribuente (o il suo intermediario) ha facoltà di non modificare il modello ISA precompilato, il sottosegretario ha dichiarato di considerare di molto semplificata la procedura rispetto agli studi di settore. Peccato che i diretti interessati non la pensino allo stesso modo.
Il problema non è neppure solo questo: le lamentele riguardano infatti anche la metodologia di calcolo dell’indice, che spesso finisce per restituire un risultato di affidabilità fiscale ben lungi dai meccanismi premiali prefigurati.
Certo, c’è anche da dire che, come ribadito dal Baretta:
è escluso ogni automatismo nell’accertamento dovuto al risultato conseguito dal contribuente… l’attribuzione di un determinato punteggio non comporta di per sé l’attivazione di attività di controllo.
L’escamotage? Per “migliorare” il proprio punteggio (ad esempio se inferiore a 6), i contribuenti possono affidarsi alle note aggiuntive indicandovi componenti positive:
Le informazioni comunicate attraverso le note aggiuntive rappresentano, infatti, per l’Agenzia delle Entrate un prezioso bagaglio informativo che consente agli uffici di disporre gli elementi utili a indirizzare la propria attività di analisi, come chiarito dalla circolare n. 17/19, solo sulle posizioni più a rischio per la successiva fase dei controlli tralasciando, viceversa, quelle di coloro che, pur avendo ottenuto livelli minimi di affidabilità, hanno evidenziato idonei elementi giustificativi”.
Di fatto, i contribuenti con punteggio pari a 6 o inferiore sono circa un terzo del totale. Dunque non è possibile che realmente tutti finiscano in black list. Sullo sfondo resta viva la protesta, così come lo sciopero, che dal 30 settembre si protrate fino al 7 ottobre per alcune specifiche attività.
Scadenze ISA
Ricordiamo che gli indici si applicano a partire dal periodo di imposta 2018 e sono soggetti a revisione ogni due anni (minimo) dalla prima applicazione o dall’ultima revisione.
Entro settembre è previsto il versamento del saldo 2018 ed eventuale primo acconto 2019 (senza interessi). Pagando entro il 30 ottobre scatta la maggiorazione dello 0,40%. Dopo questa ulteriore dilazione scatta l’omesso versamento, da sanare con ravvedimento.
Il termine per il saldo del secondo o unico acconto è previsto per il 2 dicembre.