Bilancio positivo per la fattura elettronica obbligatoria dallo scorso primo gennaio: nei primi sei mesi sono transitate sul sistema di interscambio (SdI) circa un miliardo di fatture, con una percentuale di scarto del 2,9%. Il 53,7% delle operazioni riguardano il B2B, meno del 2% alla PA e la restante parte verso consumatori senza Partita IVA ma solo codice fiscale.
I dati sono stati analizzati nel corso di un tavolo tecnico al Ministero dell’Economia con l’Agenzia delle Entrate, in vista dell’inizio della fase due dell’obbligo di fatturazione elettronica: il prossimo 30 giugno termina il periodo senza sanzioni per chi liquida l’imposta su base trimestrale, mentre per i mensili il termine è il 30 settembre.
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Novità annunciate dal 27 giugno: fattura carburante sul portale web, autofattura su FatturaPA, ampliamento del documento di trasporto e dei dati Ordine e Acquisto, adeguamento campi e loghi. In arrivo anche nuove funzionalità per la app (numerazione automatica fattura e blocco fattura con numero del documento duplicato).
Fra i risultati più positivi sottolineati da Giovanni Currò, M5S, che fa parte della Commissione Finanze della Camera, «il progressivo accoglimento da parte di Sogei dei richieste di sviluppo del software disponibile e gratuito» e l’utilizzo della e-fattura anche da parte di soggetti esonerati, come i forfettari, «grazie alla facilità di emissione e al calcolo automatico delle imposte di bollo».
Fra le criticità segnalate, invece: collegamento tra società di software ed Entrate, consultazioni e deleghe.
Ci sono poi una serie di richieste del Garante Privacy da recepire: miglioramento nei servizi di consultazione e memorizzazione, cancellazione delle fatture nel formato xml per chi non ha aderito al servizio di consultazione, informazioni sulla gestione delle fatture del servizio sanitario.