Bocciato da parte del Garante della Privacy il reddito di cittadinanza, con particolare riferimento all’intero impianto del decreto legge che disciplina la nuova misura, a partire dal sito di riferimento, per passare all’eccessivo controllo dei cittadini, fino ad arrivare alle violazioni al GDPR.
RDC le 5 violazioni alla privacy
Il presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, scrive nella memoria depositata presso la Commissione permanente XI (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) del Senato della Repubblica:
Il decreto-legge presenta rilevanti criticità per la privacy dei cittadini per 5 motivi:
- viola il GDPR poiché il decreto-legge contiene previsioni di portata generale, inidonee a definire con sufficiente chiarezza le modalità di svolgimento delle procedure di consultazione e verifica delle varie banche dati;
- non sono previste misure di sicurezza per i database utilizzati da INPS, Anagrafe tributaria, PRA e le altre amministrazioni pubbliche detentrici dei dati per la verifica dei requisiti dei beneficiari. Un massivo flusso di informazioni per il quale non sono state previste adeguate misure di sicurezza dei dati;
- il monitoraggio delle spese è una sorveglianza smisurata, continua e capillare sugli utilizzatori della card;
- il sito web presenta diverse carenze nell’informativa sul trattamento dei dati e nelle modalità tecniche della sua implementazione;
- forti perplessità vengono sollevate anche sul rilascio delle attestazioni ISEE.
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Il Garante Privacy scrive:
Alle attività di monitoraggio centralizzato e sistematico degli acquisti effettuati tramite la carta – suscettibili di comportare l’acquisizione anche di dati particolarmente sensibili – si aggiungono, quindi, i controlli puntuali sulle scelte di consumo individuali, condotti dagli operatori dei centri per l’impiego e dei servizi comunali, in assenza di procedure ben definite e di criteri normativamente individuati.
Per il Garante Privacy si tratta di un’intrusione sproporzionata e ingiustificata su ogni aspetto della vita privata degli interessati.
Blocco del reddito di cittadinanza
A fronte delle problematiche emerse in tema di protezione della privacy, il Codacons è pronto a chiedere in Tribunale il blocco dell’intera procedura di erogazione del reddito di cittadinanza. Il Presidente Carlo Rienzi spiega:
La protezione dei dati sensibili degli utenti è interesse prioritario rispetto al provvedimento economico del Governo, e pertanto in caso di violazione delle norme sulla privacy sarà inevitabile la sospensione dell’intera procedura.