È un circolo vizioso quello dei pagamenti in Italia, con i tempi di incasso fatture commerciali ancora così lunghi da comportare una ridotta liquidità delle aziende che, a loro volta, tendono a ritardare ulteriormente i pagamenti dei propri fornitori, aumentando il rischio di credito commerciale. A confermare questo andamento è il Barometro Atradius – sondaggio annuale condotto dal gruppo specializzato nel settore dell’assicurazione del credito commerciale – tra circa 3mila aziende fornitrici di 13 Paesi dell’Europa Occidentale.
Secondo quanto emerso, per tamponare gli effetti derivanti dal mancato rispetto delle tempistiche di pagamento su fatture commerciali, il 21,6% delle aziende italiane è stato costretto ad adottare contromisure specifiche per correggere il flusso di cassa e a ritardare i pagamenti nei confronti dei propri fornitori, mentre il 18,4% ha dovuto richiedere un’estensione dello scoperto di conto bancario.
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Tempi di incasso
Un effetto domino che, come evidenzia l’indice che misura i giorni medi per l’incasso del credito, il DSO (Days Sales Outstanding, ossia i giorni di vendite in sospeso), porta l’Italia in coda alla classifica europea: nel nostro Paese il DSO resta il più alto in Europa occidentale, con 74 giorni contro la media di 44 giorni.
Va tuttavia evidenziato un calo rispetto agli 85 giorni dello scorso anno, effetto delle dilazioni di pagamento più brevi concesse dai fornitori e a ritardi di pagamento da parte dei clienti un più contenuti.
Nel 2018, ad essere coinvolto da un ritardo nei pagamenti di fatture commerciali è stato ben l’87,2% delle imprese italiane. Una percentuale che non si discosta di molto dalla media europea e che è rimasta stabile rispetto al 2017 (86,7%), in Italia si registra però la più alta percentuale di aziende che lamenta impatti negativi sulla propria attività derivanti dai ritardi di pagamento da parte dei clienti. Stabile al 43,9% anche la percentuale di fatture insolute alla scadenza (43,1% nel 2017).
Mercato domestico ed export
A pesare di più sono stati i ritardi di fatture sul mercato domestico ( 91,1%) più che l’export (83,3%). Le principali cause di ritardo nei pagamento in Italia sono:
- in primo luogo la carenza di liquidità, come riferito dal 63,6% delle aziende con riferimento al mercato e dal 31,6% degli intervistati in relazione a fatture all’export;
- al secondo posto per il mercato domestico italiano l’utilizzo da parte dei clienti delle fatture insolute quale forma alternativa di finanziamento (21,6%) e per l’export la complessità delle procedure di pagamento a livello transnazionale (30,7%).
Per i prossimi 12 mesi gli imprenditori italiani non si aspettano grandi cambiamenti: secondo il 61% il Dso rimarrà stabile, per il 22,6% aumenterà e per il 16,4 scenderà.