=> Legge di Bilancio 2019 alle Camere, le misure
La Legge di Bilancio 2019, il cui testo definitivo ha ora iniziato il suo iter parlamentare per arrivare ad essere approvato entro l’anno, dedica un intero Capo (Capo I “Riduzione della pressione fiscale”) alla riduzione del cuneo fiscale, eppure per le imprese le misure che verranno attuate dal 2019 comporteranno un aumento delle tasse notevole rispetto al 2018. La manovra contiene numerose misure in favore delle imprese e dei contribuenti ma, per le PMI queste vengono compensate in negativo dai benefici fiscali abrogati. Il saldo risulta estremamente negativo e i maggiori esborsi saranno di circa 2,6 miliardi complessivi.
- Le agevolazioni introdotte produrranno benefici 2019 pari a 469,7 milioni di euro.
- Le rimodulazioni e/o abrogazioni un aggravio di 3,117 miliardi.
=> Legge Bilancio 2019: misure per le imprese
Misure a confronto
I risparmi derivanti dall’introduzione della flat tax al 15% fino a 65mila euro di reddito e al 20% tra 65.001 e 100.000 euro (dal 2020) ammonteranno a 330,9 milioni di euro il prossimo anno per salire dal 2021, quando le due flat tax saranno a regime, con un risparmio medio di 1.373 miliardi per la fascia fino ai 65 mila euro e di 992.5 per la fascia fino ai 100 mila. Ancora meno importante l’impatto della nuova disciplina del riporto delle perdite fiscali per ditte individuali e società di persone che nel 2019 comporterà solo 138,8 milioni di euro di risparmio, per poi attestarsi su una media di circa 80 milioni l’anno. La riduzione di 9 punti percentuali dell’IRES sugli utili reinvestiti per acquistare nuovi macchinari o per effettuare nuove assunzioni, a tempo determinato o indeterminato comporterà benefici solo a partire dal 2020 (1,9 miliardi in media l’anno) ma nel 2019 l’effetto sarà nullo.
L’iperammortamento rimodulato al ribasso comporterà un aggravio fiscale per le imprese, in termini di minori benefici concessi, pari a 903 milioni nel 2019 per poi attestarsi a una media di circa 900 milioni per il triennio 2020-2022. L’abrogazione IRI comporterà un aggravio per le imprese per 1.986 miliardi di euro poiché l’imposta sui redditi di impresa – che avrebbe visto il suo debutto nel 2019 – avrebbe consentito una tassazione omologa a quella attualmente in vigore per i soggetti IRES anche a ditte individuali e società di persone sulla quota di utili realizzati e non distribuiti andando a favorire le entità di medie grandi dimensioni con un risparmio medio di quasi 2 miliardi nel 2019. L’abrogazione dell’ACE rappresenterà per le imprese un aggravio pari a 227,8 milioni nel 2019 non essendo possibile riportare le eccedenze di ACE trasformate in credito IRAP. A regime il taglio dell’agevolazione avrà un impatto negativo più pesante pari a circa 2,3 miliardi nel 2020 per poi attestarsi su una media di 1.450 miliardi all’anno.