Partendo dal presupposto che l’evasione fiscale, per sua stessa natura, è un fenomeno difficile da misurare, così gli studiosi per stimarla si basano principalmente sui micro-dati provenienti dalle indagini campionarie, alle quali però spesso le persone mentono.
Under reporting
Si tratta del fenomeno dell’under reporting: gli intervistati mentono sui propri redditi anche nelle rilevazioni, sottostimandoli nel timore che si possano stabilire collegamenti con quanto hanno riportato nella propria dichiarazione dei redditi. E questo avviene soprattutto quando ad essere coinvolti dall’indagine sono i contribuenti soggetti ad autotassazione.
Un fenomeno non di poco rilievo, stando a quanto rivelato dal dipartimento di Economia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia che ha integrato i due principali approcci di stima dell’evasione, il discrepancy method e il consumption-based method:
- sui redditi da lavoro autonomo e impresa, un intervistato su 4 non dice la verità (23%);
- addirittura il 44% mente sugli affitti.
Evasione IRPEF
Correggendo le precedenti stime dell’evasione fiscale tenendo conto dell’under reporting del reddito è stato possibile ottenere risultati maggiormente in linea con le analisi macroeconomiche. Dai risultati emerge un tasso complessivo di evasione IRPEF (stimato come rapporto tra redditi evasi e redditi lordi dichiarati) quasi raddoppiato rispetto alle precedenti stime, passando da circa il 7,5% a circa il 14,4% della base imponibile potenziale. La stima del tasso di evasione totale sale però a circa il 37% per i redditi da lavoro autonomo e impresa. L’evasione sulle rendite è intorno al 65%.
L’under reporting influenza invece molto meno il tasso di evasione relativo ai lavoratori dipendenti, pari comunque a circa il 3,5%.
Perdite di gettito
Secondo le stime le perdite di gettito per lo Stato dovute all’evasione fiscale vanno da 16,5 miliardi a a 37,5 miliardi di euro e la parte maggiore del tax gap è causata dall’evasione da lavoro autonomo e da impresa.