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Partite IVA, boom per il regime forfettario

di Barbara Weisz

15 Febbraio 2018 11:21

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Crescono le adesioni al regime forfettario al 15%, più di un terzo delle nuove aperture: i dati del ministero sulle partite IVA.

Fra i contribuenti che hanno aperto la partita IVA nel 2017, più di uno su tre (35,7%) ha scelto il forfettario al 15% (regime fiscale agevolato, con una crescita del 9,1%. Nell’ultimo anno c’è stata dunque un’accelerazione. Lo rileva l’Osservatorio sulle partite IVA del Ministero delle Finanze, che registra anche una crescita delle aperture pari all’1,2%.

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Adesioni Regime agevolato

Rispetto all’ex regime dei minimi al 5%, l’attuale sistema è aperto anche alle vecchie Partite IVA (prima era riservato alle nuove attività). Per rientrare nel regime forfettario il requisito fondamentale è rappresentato dai paletti di reddito, che cambiano per le singole categorie di lavoratori autonomi (si va da 20mila a 50mila euro).

I vantaggi, evidentemente ritenuti appetibili, sono rappresentati dalla tassazione ridotta con aliquota al 15% e dalle semplificazioni (niente studi di settore, spesometro, split payment).

=> Partie IVA, forfettari senza split payment

Trend Partite IVA

Per quanto riguarda gli altri dati sulle partite IVA 2017, risultano 512mila le nuove aperture, il 70% persone fisiche, 25% società di capitali e 5% da società di persone. In termini relativi, l’aumento di concentra sulle società di capitali (+7,3%), mentre sono sostanzialmente stabili le aperture da parte delle società di persone (registrano un calo le società semplici).

Il commercio resta il settore più rappresentato, 21%, seguito da attività professionali, 14,7% e agricoltura 10,9%, mentre rispetto al 2016 aumentano in particolare le aperture nei settori della sanità +13,3%, attività professionali +10,5% e istruzione +6,1%. Flessioni: commercio -6,7%, agricoltura -3,1% e attività  finanziarie, -0,5%.

Restano alte le percentuali di giovani (il 46,5% delle nuove aperture riguarda contribuenti sotto i 35 anni) e di stranieri, che rappresentano il 17%.

Fonte: Ministero delle Finanze