Le nuove regole contenute nel decreto collegato alla Legge di Bilancio 2017 rappresentano un vero e proprio accanimento fiscale nei confronti di imprese e professionisti. Il Dl 193/2016 introduce, infatti, la scadenza periodica per spesometro e dichiarazioni IVA.
Così facendo, il legislatore, nel tentare di contrastare l’evasione fiscale, punisce i contribuenti assegnando loro adempimenti insostenibili e che, a conti fatti, non portano alcun beneficio al contrasto all’evasione. Le Associazioni dei commercialisti promettono battaglia ma il legislatore sembra voler tornare sui suoi passi.
Dunque, nuovi adempimenti per professionisti e imprese. Con tempi di lavorazione meno morbidi e sanzioni più aspre. E’ evidente che il contrasto all’evasione fiscale non può passare per un inasprimento degli adempimenti. Anche perché non sembra reggere l’equazione che a maggiore burocrazia corrisponda minore evasione.
La volontà del legislatore di gravare su imprese e partite IVA rappresenta, come sostengono le Associazioni sindacali, una nuova tassa occulta su tutte le categorie produttive del nostro Paese per via dei costi che ne deriveranno per il corretto adempimento e per il sistema sanzionatorio correlato.
Il legislatore nell’individuare i termini di comunicazione ha pensato anche a introdurre nuove sanzioni stabilendo che in caso di omessa, incompleta o infedele comunicazione è prevista una sanzione minima. Ciò comporta che, in caso di errori anche se di piccola entità, indipendentemente dal fatto che questi rappresentino un tentativo di evasione fiscale, la sanzione scatta immediatamente (art. 11, c. 2-ter, D.Lgs. 18/12/1997 n.471). Inoltre, per l’omessa o errata trasmissione dei dati di ogni fattura si applica una ulteriore sanzione (art. 11, c. 2-bis, D.Lgs. 18/12/1997 n.471).