Niente TFR in busta paga per i lavoratori delle aziende che hanno in corso un programma di cassa integrazione straordinaria o in deroga e di quelle interessate da procedure concorsuali. Non possono chiedere l’anticipo neppure i lavoratori che hanno sottoscritto un contratto di cessione del quinto dello stipendio, mettendo a garanzia il proprio TFR. Sono questi alcuni casi che possono limitare l’erogazione del TFR in busta paga.
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Dallo scorso mese di aprile i lavoratori dipendenti possono richiedere in busta paga la quota del proprio TFR. A contenere le regole attuative per la liquidazione del trattamento di fine rapporto di lavoro è stato il recente Dpcm 29/2015. La Legge 190/2014 ha previsto la possibilità per i lavoratori di richiedere al proprio datore di lavoro la liquidazione delle quote maturande del TFR fino a giugno 2018. Tecnicamente prende nome di Quir ossia quota integrativa della retribuzione e può essere richiesta dai lavoratori dipendenti. Con qualche piccola eccezione. In effetti non tutti i lavoratori possono chiedere la liquidazione del proprio TFR al datore di lavoro. Intanto è necessaria un’anzianità aziendale di almeno sei mesi presso il datore di lavoro. Sussistono, poi, ulteriori limiti all’erogazione della Quir. Fra questi rientrano le unità produttive in cui è in corso un programma di cassa integrazione straordinaria o in deroga. Sono esclusi, inoltre, i lavoratori dipendenti che hanno messo il TFR a garanzia di contratti di finanziamento.
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Esclusi dalla Quir anche i lavoratori domestici, i dipendenti del settore agricolo e i lavoratori per i quali la legge o il contratto collettivo nazionale di lavoro prevede la corresponsione periodica del TFR o il suo accantonamento presso soggetti terzi. Rimangono fuori anche i lavoratori dipendenti presso unità aziendali interessate da situazioni di crisi come le procedure concorsuali, l’accordo di ristrutturazione del debito o il ricorso a programmi di cassa integrazione straordinaria o in deroga. In conclusione ricordiamo che le aziende più piccole possono accedere ad un finanziamento assistito da un fondo di garanzia istituito presso l’INPS.