Il Decreto Piano Casa varato dal governo offre uno sconto fiscale a tutti i proprietari di immobili che hanno optato per la cedolare secca sugli affitti concordati. Si tratta, in pratica, di un abbattimento dell’aliquota dal 15% al 10% per i canoni percepiti negli anni dal 2014 al 2017. Lo sconto è automatico per i proprietari che hanno già applicato l’imposta unica sostitutiva.
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Per approfittare della detrazione sulla cedolare secca è però necessario avere affittato un’abitazione in uno dei cosiddetti Comuni ad alta tensione abitativa individuati nell’elenco ufficiale stilato e aggiornato dal Cipe.
Come esercitare l’opzione
Chi ha già stipulato un contratto a canone concordato, ma non ha ancora scelto la cedolare secca, può optare in qualsiasi momento, comunque entro il termine per il pagamento annuale dell’imposta di registro, usando il nuovo modello RLI. È importante, inoltre, che l’opzione della cedolare secca venga comunicata all’inquilino tramite raccomandata contestualmente alla rinuncia all’aggiornamento del canone. Se, invece, tra le parti non è stato sottoscritto un contratto convenzionato, il proprietario potrà stipularne uno nuovo con durata standard di tre anni prorogabili di altri due (3 +2). Il canone mensile deve essere compreso nel range individuato negli accordi firmati a livello territoriale tra le sigle della proprietà edilizia e i sindacati degli inquilini anche se questo risulta essere inferiore ai prezzi di mercato.
Il passaggio da canone libero a concordato comporta la chiusura di un contratto e la stipula di un nuovo accordo che potrà essere registrato con il nuovo modello RLI o, in alternativa, il modello Siria telematico. Quest’ultimo è utilizzabile solo nei casi più semplici ossia quando i proprietari sono non superiori a tre e tutti hanno effettuato la stessa opzione per la cedolare.