Nei primi mesi del nuovo anno gli imprenditori si occupano di chiudere il bilancio, redigono le situazioni previsionali e valutano l'andamento del risultato civilistico e fiscale. Sono tanti i componenti contabili da prendere in considerazione. Alcuni di essi sono particolarmente insidiosi e devono essere valutati attentamente.
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Vogliamo, allora, rivedere il trattamento contabile dei lavori in corso, della valutazione delle merci e delle immobilizzazioni in vista della chiusura dell'esercizio.
Lavori, opere e servizi in corso
I lavori, le opere e i servizi in corso sono conti tipici delle imprese che eseguono lavori o prestano servizi sulla base di contratti di appalto o d'opera. Se il lavoro non termina al 31 dicembre dell'anno in cui è iniziato ma prosegue oltre, è necessario, come specificato dall'articolo 2426 del codice civile, effettuare una valutazione che tenga conto dei corrispettivi contrattuali maturati. Tale valutazione può essere effettuata in due metodi differenti:
- commessa completata: le rimanenze di opere e servizi devono essere valutate al costo rinviando la contabilizzazione dell'utile al momento della conclusione della commessa;
- percentuale di completamento: permette di contabilizzare in ogni esercizio il corrispettivo maturato anche se non liquidato dal committente.
Rimanenze di merci
Il codice civile prevede che le merci vadano contabilizzate tra le rimanenze in base al minore costo di acquisto o di produzione e il valore di realizzo desumibile dal mercato. Ciò vuol dire che, a causa della crisi, alcune imprese che commercializzano immobili (e quindi che trattano i beni immobili come merce di scambio) dovranno svalutarli per adeguare il loro valore al dato di realizzo.
Immobilizzazioni
A differenza delle merci, le immobilizzazioni devono essere svalutate qualora siano presenti perdite durevoli. Questo vuol dire che nel caso di un immobile di proprietà danneggiato dai recenti eventi sismici si dovrà provvedere a contabilizzare la svalutazione del bene.