Non è un pesce d’aprile (il Fisco su certe cose non scherza): ha debuttato il primo marzo il nuovo sistema fiscale di mediazione tributaria che, nelle intenzioni della Agenzia delle Entrate, dovrebbe permettere una risoluzione agevolata di tutte le contestazioni fino alla soglia di 20mila euro, riguardanti quindi in gran parte piccole e medie imprese: a un mese dal debutto, facciamo il punto sulla sua efficacia.
Innanzitutto, c’è ancora forse da chiarire a tutti che non si tratta di un condono: quello introdotto è un sistema non tanto a favore degli imprenditori – ci mancherebbe – quanto piuttosto finalizzato ad agevolare il lavoro delle commissioni tributarie.
Di contro, anche il contribuente dovrebbe trarne vantaggi: per quanto riguarda le richieste di annullamento di brevità e certezza dei tempi; per quanto riguarda le richieste di mediazione nei rimborsi.
E’ bene ricordare che nel corso del 2011, sebbene sia diminuito il numero dei ricorsi, è invece aumentato il numero delle liti pendenti (precisamente del 5,9%) e l’Agenzia delle Entrate vince mediamente il 60% delle controversie, con picchi superiori per quanto riguarda le sentenze che coinvolgono importi economici particolarmente elevati.
Il nuovo istituto di mediazione tributaria, quindi, dovrebbe in ultima analisi costituire un vantaggio per le PMI, che possono non solo chiudere le piccole contestazioni senza problemi e a discrete condizioni, ma che ricevono anche un trattamento di maggiore qualità nel momento in cui decidono di portare avanti il contenzioso.
Lo Stato, d’altro canto, può utilizzare questa riforma per acquisire entrate immediate, in particolare per le cause in cui ha già in partenza un’alta probabilità di vincere, evitando di impiegare tempo e risorse.