Gli studi di settore non sono altro che una valutazione statistica dell'ammontare dei ricavi riferibili ad un'attività economica, in funzione di vari fattori produttivi impiegati per lo svolgimento dell'attività d'impresa o professionale.
In particolare, sulla base dei fattori produttivi impiegati, si ritiene possa essere valutata con particolare attendibilità la capacità di produrre ricavi destinati ad alimentare la base imponibile che, come noto, rappresenta l'entità su cui si calcolano le tasse.
Ad avere il potere di procedere all'elaborazione di appositi studi di settore per i vari settori economici è l'Agenzia delle Entrate la quale avvia una complessa procedura di formazione. Si tratta, in pratica, di elaborare e interpretare una serie di dati e di informazioni in proprio possesso, o comunque provenienti dal Ministero delle Finanze, dagli Ordini professionali e dalle Camere di Commercio, e definire differenti classi di contribuenti, tecnicamente chiamate cluster, distinte in funzione di ciascuna tipologia di attività economica.
I fattori produttivi impiegati nell'attività di ciascun cluster vengono valorizzati secondo un determinato coefficiente in modo da ottenere un valore che esprime il volume di ricavi riferibili alla medesima attività economica.
Informazioni e dati che dovranno essere comparati sono prettamente attinenti all'attività svolta dal contribuente. Si tratta, in pratica, di elementi che caratterizzano principalmente l'attività vera e propria: descrizione dell'attività economica; comune, provincia o regione in cui è localizzata l'attività ; ricavi dichiarati; numero dei dipendenti. Altri, invece, sono dati meramente contabili: esistenze iniziali; rimanenze finali; acquisti; costi della produzione; valore dei beni strumentali e relative quote di ammortamento. Infine si fa riferimento anche a dati sociali: livello di scolarizzazione; benessere; sviluppo economico; servizi; infrastrutture; tasso di imprenditorialità .
Dall'applicazione di tale procedura lo Studio di settore svilupperà un volume di ricavi puntuale e un volume di ricavi minimo. Il primo rappresenta l'esatto valore che le imprese appartenenti a quello specifico cluster dovrebbero realizzare; il secondo, invece, rappresenta l'ammontare minimo di ricavi riferito alle medesime imprese. Qualora il volume dei ricavi dichiarato in sede di dichiarazione dei redditi dall'impresa rientri fra i due volumi di ricavi, la dichiarazione presentata è considerata congrua. Qualora, invece, il contribuente dichiari ricavi inferiori al volume minimo sarà possibile, da parte degli uffici tributari, operare un accertamento.
Prima di essere operativi, gli Studi di settore devono essere sottoposti al parere di una Commissione di esperti istituita con decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze, la quale dovrà esprimere un giudizio circa l'idoneità dello strumento a rappresentare la realtà economica. Ogni Studio di settore che riceve un giudizio positivo sarà introdotto da decreto ministeriale il quale dovrà dettare anche le regole specifiche di attuazione.