Il Fisco cambia, e per i contribuenti italiani si prevede una riduzione delle aliquote IRPEF, secondo quanto anticipato dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che presenterà nelle prossime settimane il progetto di disegno di legge delega per la Riforma Fiscale.
Anche se in programma c’è anche un intervento sull’IRPEF che potrebbe ridurre l’aliquota dei redditi più bassi, bisogna prestare attenzione: anche se il Governo ridurrà di due punti percentuali le aliquote, i contribuenti con un basso reddito potrebbero pagare di più.
Di fatto, il beneficio apparente per i contribuenti sarà inevitabilmente controbilanciato da taglio detrazioni fiscali e aumento IVA. Già , perché il Governo lo sa bene che ridurre le tasse in questo periodo è praticamente impossibile, e quella della riduzione IRPEF “puzza di specchietto per le allodole”. Si ha la sensazione che stia studiando metodi alternativi per tagliare le tasse da una parte e recuperarle, in maggiore misura, da altre fonti.
L'affermazione che bisogna recuperare risorse attraverso la drastica riduzione dello sterminato numero di regimi di favore fiscale, di esenzione, di erosione dell'imponibile che sono attualmente in essere e la considerazione di Tremonti che dall’IRPEF si possono scaricare le cose più disparate come le palestre per i figli, le finestre e le spese veterinarie sono ciò che dà maggiore forza ai nostri timori.
In pratica, il ministro Tremonti da una parte afferma di voler ridurre le aliquote mentre dall'altra intende abbattere le detrazioni delle spese dal reddito.
Dove sta il beneficio per i contribuenti?
Ma non è solo questo.
Si sta pensando anche a trasferire la tassazione dalle persone alle cose.
Ciò vuol dire che, contestualmente alla riduzione IRPEF e all’abbattimento delle detrazioni, si avrà un aumento IVA del 10%-20%. Quest'ultimo stratagemma, in particolare, provocherà inevitabilmente pesanti ripercussioni sui consumi poiché subiranno un sostanziale crollo nonché su tutte quelle persone, quali pensionati o lavoratori precari, il cui reddito è talmente basso da non prevedere il versamento dell’IRPEF. Sono loro, infatti, che non trarranno giovamento dalla riduzione dell'aliquota IRPEFe, di contro, avranno in contropartita l’aumento dell'IVA sui consumi.