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Compensi agli amministratori di società 

di Anna Fabi

Pubblicato 1 Settembre 2010
Aggiornato 2 Ottobre 2018 12:47

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Per la mansione di amministratore di società  viene riconosciuto un compenso in danaro (che a sua volta può essere fisso o rapportato agli utili prodotti dalla società ) o in natura quali fringe benefit. Secondo quanto disposto dall’articolo 2432 del codice civile la partecipazione agli utili eventualmente spettante agli amministratori deve essere calcolata sugli utili netti risultanti dal bilancio, fatta deduzione della quota di riserva legale.

I compensi agli amministratori da ascrivere in bilancio sono quelli deliberati dall’assemblea dei soci e maturati per competenza sulla base delle delibere assembleari o delle norme statutarie.

Sotto il profilo contabile i compensi e i rimborsi spese per gli amministratori sono da classificare nel Conto Economico al rigo B7:

Dare Avere
Compensi agli amministratori 12.000,00
I.V.A. c/acquisti 2.400,00
Debiti v/amministratori 14.400,00

In caso di partecipazione agli utili, invece, dovrà  essere rilevata la passività  nello Stato Patrimoniale, quindi stornata al momento della presentazione della fattura:

Dare Avere
Utile d’esercizio 120.000,00
Riserva legale 6.000,00
Amministratori c/compensi 11.400,00
Azionisti c/dividendi 102.600,00
Amministratori c/compensi 11.400,00
IVA c/acquisti 2.280,00
Debiti v/amministratori 13.680,00

Le scritture relative ai compensi di collaborazione coordinata e continuativa sono simili a quelle dei lavori dipendenti.

Sotto il profilo fiscale occorre distinguere i compensi erogati agli amministratori che esercitano per professione abituale altre attività  di lavoro autonomo quale il dottore commercialista o il ragioniere dai compensi erogati agli amministratori in rapporto di collaborazione coordinata e continuativa. L’articolo 5 del DPR 633/1972 infatti stabilisce che esclusivamente i compensi rientranti nella prima fattispecie sono assoggettati ad IVA.

Se l’amministratore è un lavoratore autonomo la società  dovrà  operare una ritenuta a titolo d’acconto del 20% con obbligo di rivalsa. Tale ritenuta è elevata al 30% per i compensi corrisposti a soggetti non residenti.