Si intendono rimanenze di magazzino i beni destinati alla vendita o che concorrono alla loro produzione nella normale attività dell'impresa. Fra le rimanenze si annoverano le materie prime, le materie sussidiarie e le materie di consumo.
Le materie prime sono quei materiali destinati ad essere fisicamente incorporati nelle lavorazioni aziendali. Possono includersi in questa voce anche i componenti che concorrono alla realizzazione di prodotti più complessi. Le materie sussidiarie sono i beni che, sebbene incorporati in prodotti finiti, costituiscono elementi secondari rispetto alle materie prime. Le materie di consumo sono i materiali che vengono utilizzati nel processo produttivo, gli imballaggi a perdere o i cosiddetti pezzi di ricambio.
Parlando di rimanenze di magazzino è importante fare un'ulteriore distinzione dei beni:
- Prodotti in corso di lavorazione: beni, di sola produzione interna, che si collocano in una fase intermedia del processo di trasformazione aziendale;
- Semilavorati: beni acquistati da fornitori esterni o prodotti internamente la cui lavorazione non è ancora stata completata;
- Prodotti finiti: beni prodotti dall'impresa e destinati alla vendita;
- Merci: beni acquistati dall'impresa e destinati ad essere rivenduti nello stato in cui si trovano al momento dell'acquisto.
In bilancio è inoltre presente la voce Acconti o Anticipi a fornitori. Questi conti rappresentano investimenti di magazzino già effettuati indipendentemente dalla disponibilità dei relativi beni.
Le rimanenze di magazzino sono ascrivibili nello Stato Patrimoniale secondo le disposizioni dettate dall'articolo 2424 del codice civile. Tali valori patrimoniali, tuttavia, hanno un risvolto economico fra i Costi della produzione o il Valore della produzione. Nel conto Valore della produzione all'interno delle Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti deve essere indicata la differenza algebrica fra l'ammontare delle rimanenze finali e l'importo delle rimanenze iniziali.