Da questo mese le buste paga saranno più “ricche”. Fino a ottanta euro in più per i lavoratori dipendenti, per bagare una bolletta o concedersi qualche sfizio: uno smartphone nuovo, un abbonamento pay tv. E’ quanto promette il cosiddetto Decreto Irpef: un bonus per i dipendenti con redditi compresi tra 8.000 e 24.000 euro. Ma il bonus, purtroppo, potrebbe non essere così generoso per come appare.
Qualcuno sta già pensando come spendere quegli euro che il governo Renzi sta depositando nelle buste paga di milioni di lavoratori. Ad essere sincero la manovra non mi entusiasma poiché l’operazione sembra essere una vera e propria partita di giro. Insomma un dare e avere il cui saldo, a conti fatti, è uguale a zero.
Tanto per cominciare c’è da dire che il bonus di 80 euro sarà valido solo per il 2014. Dal 2015 dovrà intervenire la Legge di Stabilità per renderlo strutturale. Sarà così? A controbilanciare l’incentivo è previsto sia un aggravio fiscale sulle rendite finanziarie sia un prelievo sui conti correnti. E non è finita qui.
La relazione tecnica e il testo definitivo del decreto hanno confermato la stangata anche sulle banche che detengono quote della Banca d’Italia (previsto il versamento di un’imposta sostitutiva del 26%) e la riduzione delle commissioni riconosciute dallo Stato con la liquidazione dei modelli F24 per il pagamento dei tributi.
E’ ovvio pensare, ad esempio, che l’aumento dei costi e la riduzione dei compensi dallo Stato saranno recuperati dalle banche con aumenti delle commissioni bancarie a tutti i correntisti e risparmiatori in genere. E allora, cari dipendenti, non stupitevi se il vostro istituto di credito vi invierà una lettera titolata Proposta di modifica unilaterale del contratto: la banca è costretta a rivedere al rialzo le condizioni economiche del vostro contratto. Non disperate: potrete sempre pagare con gli 80 euro che vi ha dato Renzi. Ammesso che siano sufficienti.