Gli impegni assunti dal governo negli ultimi anni hanno portato alla modifica delle ritenute sulle rendite finanziarie. Tra il 2012 e il 2013, infatti, l’aliquota del 12,50% prevista per i fondi immobiliari, obbligazioni e polizze vita e quella del 27% sui conti correnti e sui conti deposito sono passate al 20% (tassazione rendite finanziarie: le nuove aliquote).
Sotto il profilo tributario, le rendite finanziarie possono generare redditi di capitale (interessi, utili e proventi derivanti dall’impiego di un capitale) e redditi diversi di natura finanziaria (plusvalenze e altri redditi derivati atti di negoziazione).
Dal 2012 è in vigore un nuovo regime di tassazione per la maggior parte degli strumenti di investimento prima assoggettabili ad imposta del 27% o del 12,50%. Per questi, infatti, l’aliquota corrente è del 20%. A rimanere invariata è, invece, la ritenuta applicata ai Titoli di Stato, ai buoni postali fruttiferi e ai piani di risparmio appositamente istituiti. Per questi l’aliquota è pari al 12,50% mentre per i fondi pensione italiani l’aliquota è dell’11% sui risultati di gestione.
Le comunicazioni alla clientela relative a prodotti finanziari sono assoggettate ad imposta pari all’1,5 per mille. L’imposta non è dovuta per le comunicazioni relative a fondi pensione mentre è dovuta sulle comunicazioni relative a buoni fruttiferi che hanno un valore di rimborso superiore a 5.000 euro. L’imposta non può essere inferiore a 34,20 euro e, solo per i clienti diversi dalle persone fisiche, è prevista una misura massima di euro 4.500.
Sono, inoltre, assoggettati a imposta fissa di euro 34,20 se il cliente è una persona fisica ovvero 100 euro se soggetto diverso, gli estratti conto inviati dalle banche e dalle poste nonché i rendiconti dei libretti di risparmio. Per le persone fisiche l’imposta non è dovuta se il valore medio di giacenza annuo risultante dagli estratti conto e dai libretti non supera complessivamente euro 5.000.