Le persone stanno affogando nelle informazioni e gli strumenti del Web 2.0 peggiorano la situazione. Così David Lifka, professore della Cornell University commenta l’ecosistema mediatico in cui siamo immersi.
Il problema di tanta abbondanza è che nella maggior parte dei casi le informazioni sono scollegate tra loro, ridondanti e, spesso, di dubbia credibilità. Quando non è chiara la fonte di una notiza è rischioso fare affidamento su di essa.
Tuttavia le imprese non possono prescindere dall’adozione degli strumenti 2.0, fondamentali per la comunicazione e la collaborazione sia interna che esterna. Lavorare insieme a un progetto risulta però un’impresa ardua quando l’eccesso di informazioni crea confusione.
A proporre una possibile soluzione è l’analista di Microsoft Michael Cherry. Secondo Cherry le imprese dovrebbero dotarsi di sistemi informatici in grado di filtrare le informazioni, al tempo stesso autenticandone la provenienza con certificati: in questo modo i dipendenti lavorerebbero unicamente su dati interessanti e sicuri.
La creazione, e soprattutto l’implementazione, di un sistema simile appare tutt’altro che semplice ma alcune società si stanno già muovendo in questa direzione. L’americana Attensa ha ad esempio sviluppato una piattaforma che gestisce le informazioni dei software CRM tramite RSS, inviando informazioni sui clienti tramite Feed, proprio come se fossero le news di un giornale online.