Il turnaround, piano di risanamento aziendale in caso di difficoltà, fa riferimento ad una disciplina economica importata in Italia dagli Stati Uniti. Si tratta, in pratica, di una ristrutturazione aziendale che avviene in due fasi:
- si determinano le cause che hanno portato alla crisi;
- poi si individuano le strategie per recuperare la redditività aziendale.
Vediamo le procedure da seguire se la propria impresa entra in crisi, nonché il percorso utile a individuare le soluzioni per ripristinare gli equilibri economici e finanziari ricreando i presupposti per la continuità aziendale.
Crisi d’azienda
Mentre la vita d’impresa è normalmente scandita da periodi di crescita e declino (processo naturale ed inevitabile), per parlare di crisi è invece necessario individuare un fenomeno caratterizzato da cause e sintomatologie, con un trend negativo, una situazione di forte instabilità, risultati economici negativi e carenza di liquidità seguita a momenti di insolvenza. Fattori produttivi scarsi rispetto alla media del mercato possono scatenare una crisi d’azienda. Ciò può dipendere da obsolescenza delle attrezzature tecnico-produttive, risorse umane poco produttive, strategie di mercato inefficaci. Altro fattore scatenante è la contrazione della domanda per il settore di riferimento.
Piano industriale
Utilizzato dal management per illustrare strategie competitive, azioni per il raggiungimento degli obiettivi, evoluzione dei key value driver e dei risultati attesi, nelle aziende in crisi diviene particolarmente importante poiché permette di dimostrare come si intende superare la crisi d’azienda in atto. Il piano aiuta a non perdere lucidità, tracciando le linee guida per il risanamento dell’impresa con una visione a 360 gradi dell’azienda: occorre quindi definire con chiarezza le cause della crisi, gli obiettivi a breve termine che si intendono raggiungere, il percorso da seguire farlo e le soluzioni da adottare per ripristinare gli equilibri economico-finanziari. Il piano deve essere sottoposto all’attenzione degli stakeholders e in particolare:
- banche per scongiurare il rischio di una revoca delle linee di credito di azioni di recupero forzoso;
- fornitori per non perdere le materie prime necessarie e ottenere dilazioni di pagamento;
- dipendenti per giustificare i tagli all’occupazione e richiedere maggiori sacrifici.
Piano di risanamento aziendale
Nella parte introduttiva si presentano le tappe che hanno caratterizzato l’evoluzione dell’impresa: descrivendo i successi del passato si evidenziano i punti di forza dell’azienda su cui far leva per il risanamento. Nell’analisi dell’ambiente esterno tocca tutti i fattori (compresi quelli ambientali e legali) estranei all’azienda e che ne condizionano l’andamento. Vi rientra l’analisi PEST (studio delle variabili in ambito Politico, Economico, Sociale e Tecnologico). L’obiettivo è capire come tali variabili, interagendo tra di loro, agiscono sul futuro dell’impresa e individuare le opportunità che possono essere colte per superare la crisi: dimensioni del mercato e tasso di crescita, concorrenza, potenziali acquirenti, innovazione del prodotto e buona reputazione del brand.
Risanamento e turnaround
La crisi d’azienda evidenzia un forte scostamento tra le performance economico-finanziarie effettivamente prodotte dall’impresa e quelle desiderate. Tale spread, con il passare del tempo, tende ad ampliarsi. Per contenerlo si può intervenire con il turnaround, ossia sviluppando azioni in un arco temporale lungo (se non sussistono rischi di collasso aziendale a breve termine):
- rilancio dell’impresa,
- joint-venture,
- vendita,
- locazione,
- fallimento dell’impresa (leggi come chiedere i danni per la procedura fallimentare).
In tale ambito grande importanza assume il turnaround index, l’indice che misura le capacità finanziarie e patrimoniali dell’azienda e stabilisce se esiste un rischio più o meno elevato per una società di entrare in crisi. Gli indicatori utilizzati per valutare la performance di un’azienda sono:
- ROS;
- ROI;
- Variazione media del fatturato;
- Rapporto tra mezzi propri e capitale investito;
- Rapporto tra risorse proprie e credito finanziario netto;
- Copertura degli oneri finanziari;
- Capacità di generare cassa.