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Lego, un successo di business mattoncino su mattoncino

di Marco Lucarelli

Pubblicato 13 Dicembre 2012
Aggiornato 16 Luglio 2013 13:48

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Lego Story ci offre una utilissima case history imprenditoriale e di leadership, quanto mai attuale in periodo di crisi: come mettere a punto la ricetta del successo.

Cosa unisce un carpentiere in crisi di liquidità con la multinazionale Lego nota in tutto il mondo per le sue costruzioni giocattolo?
Ce lo racconta “Lego Story” di L. Mikael, F. Stockholm e L. Previ (ed. Egea, 2012), dove troviamo una case history imprenditoriale di grande interesse: la storia di un piccolo imprenditore in difficoltà economica che si ricicla completamente cambiando settore di attività, ma sfruttando una di quelle competenze che oggi definiremmo trasversali, il rigore artigianale.

Ole Kirk Kristiansen ha fondato nel 1932 un’azienda entrata nella storia dell’imprenditoria mondiale applicando una ricetta di sicuro successo: lasciate perdere il “good enough” al quale l’epoca dell’abbondanza produttiva ci ha abituati, qui parliamo di saper fare prima ancora di saper essere.

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Il libro offre diversi piani di lettura, vediamoli.

Storia dell’azienda

Da un piccolo laboratorio di carpenteria di un altrettanto piccolo villaggio danese fino al successo mondiale: Kristiansen ha l’intuizione di entrare nel mercato dei giocattoli, di legno prima e di plastica poi. Decisione presa in pieno periodo di guerra quando la Germania, fino a quel momento leader di mercato nella costruzione di giocattoli, è concentrata su più nefasti scopi produttivi. Da lì il passo è breve: successo, espansione, crisi e nuova rinascita.

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Leadership

Il fondatore prima, i suoi familiari dopo, hanno guidato l’azienda con uno stile innovativo anche rispetto ai più attuali manuali di management. L’espansione internazionale e la crescita esponenziale del fatturato si devono al figlio del fondatore, Godtfred Kirk: leader non direttivo, che ascolta i collaboratori e pone loro domande in modo da far scaturire l’idea, la decisione.  Nessun approccio top-down. E poi libertà di azione e di fare errori senza correre il rischio di essere messo sulla graticola aziendale. Una lezione di leadership e di modernità che arriva da lontano.

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Strategia

Lego ha avuto la capacità di abbandonare tutte le attività “alla moda”, utili a seguire il mantra della diversificazione. Quindi via da parchi tematici, videogiochi, produzioni cinematografiche. Tutte affidate dietro licenza, mentre l’azienda è rimasta concentrata sulle proprie core competence.

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Cultura aziendale

Un’attenta selezione di manager in linea con i valori aziendali, pilastri portanti per tutto il personale, dal top manager al neo-assunto. E, naturalmente, i bambini: principi pedagogici tesi a fare del gioco uno strumento di crescita, partendo sempre dalla prospettiva del bambino stesso. Perché niente può obbligare i più piccoli a giocare con qualcosa che non ritengono divertente. Principi che hanno portato l’azienda a crescere anche nel settore della formazione aziendale con le iniziative Lego Serious Play, una metodologia di sviluppo organizzativo nata nei dipartimenti di ricerca della IMD di Losanna e approdata nelle aule di formazione manageriale di tutto il mondo.

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Perché leggerlo

E’ una bella storia di imprenditoria familiare, una case history di successo (vedi la scheda del libro) che parla anche di coraggio imprenditoriale, interessante da leggere in un periodo di crisi.

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Marco Lucarelli è esperto di management, comunicazione e new media, è autore del blog Letture per manager.