Come implementare in azienda strumenti e metodologie di compliance per essere conformi alla normativa e ridurre gli infortuni? In primis, con l’adozione dei sistemi di Gestione per la Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro (SGSSLL) secondo la Ohsas 18001:2007.
Come rivela l’Osservatorio Accredia “Salute e sicurezza sul lavoro” – in collaborazione con Censis, INAIL e Federchimica – le aziende certificate SGSSLL sono oggi 7.068 rispetto ad un esiguo 1.226 del 2008.
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Grazie alla diffusione degli SGSSLL in azienda, nel 2009-2011 gli incidenti sul lavoro sono risultati in calo (-8% su base annua), sia in termini di frequenza (-27%) sia di gravità (-35%).
Dopo aver adottato un SGSSLL, inoltre, alcune aziende hanno potuto verificare una serie di benefici: riduzione dei costi della «non sicurezza» legati a incidenti e infortuni; esonero responsabilità amministrative di cui al D.lgs. 231/2001 in virtù del D.lgs. 81/2008; sconti sui premi assicurativi INAIL dal 7% al 30% in funzione del numero di lavoratori; sostegno economico per certificarsi presso un organismo accreditato da Accredia.
Nel medio-lungo periodo si sviluppano inoltre comportamenti proattivi, che si traducono al miglioramento della cultura gestionale e delle prestazioni in termini di produttività, flessibilità e capacità di risposta alle sfide del mercato.
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I settori più virtuosi: costruzioni e installazione di impianti e servizi (904 imprese certificate), trasporto e logistica (806 ), servizi professionali (709 )e produzione e distribuzione di energia elettrica (633). Metallurgia, chimica, produzione elettrica e ottica e commercio coprono da sole tra il 6% e il 3% delle certificazioni.
I settori a rischio: le criticità permangono soprattutto nelle aziende con una propria catena di produzione, sia officine e nei cantieri.
Parte della responsabilità negli infortuni è oggi ascrivibile ad un comportamento non consapevole dei lavoratori che eseguono attività pericolose: ecco perché l’azienda, oltre a fornire strumenti protettivi idonei, deve adempiere agli obblighi di formazione e informazione.
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Come segnala l’Osservatorio, di fatto, le attività di formazione costituiscono oggi il 34% di quelle messe in atto dalle aziende cui si aggiunge un 20% di consulenza esterna, un 19% di controlli e audit effettuati dal responsabile interno per la sicurezza ed un 18% di azioni concrete là dove emergono criticità.