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Rinnovabili: il bilancio energetico per la valutazione dell’investimento

di Filippo Davide Martucci

Pubblicato 16 Marzo 2012
Aggiornato 13 Ottobre 2013 10:24

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Il bilancio energetico si realizza attraverso varie fasi e permette anche di ridurre i costi: le fasi per realizzarlo, le disposizioni di legge, gli incentivi, il ruolo dell'energy manager.

Il bilancio energetico aziendale è uno strumento fondamentale per una buona pianificazione energetica. Alla luce della crisi economica, non sperperare energia, monitorare i consumi e ridurre i costi, acquista sempre maggiore importanza.

La redazione del bilancio energetico non è obbligatoria ma la legge 10/1991 prevede che ogni anno, entro il 30 aprile, i soggetti che nell’anno precedente hanno registrato consumi superiori a 10mila tonnellate equivalenti di petrolio (Tep) se operanti nel settore industriale e 1.000 Tep nei settori civile, terziario e dei trasporti, hanno l’obbligo di comunicare al MSE attraverso la Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia (Fire) il nominativo del tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia (Energy manager). In caso contrario non sarà neppure possibile beneficiare degli incentivi destinati dalla legge menzionata.

Le fasi del bilancio energetico

Per realizzare un bilancio energetico è necessaria una fase preliminare, durante la quale individuare dei centri di consumo di energia. A questa seguono la valutazione e la messa in atto di investimenti e processi adeguati per ridurre i consumi o modificare le fonti di approvvigionamento.

Nella fase preliminare è necessario differenziare le voci di consumo così da valutarne il singolo impatto e comprendere su quali componenti si deve lavorare per ottenere il maggior risultato. A questo passaggio segue l’analisi economica dei consumi di energia.

Con questi dati è possibile procedere al calcolo di specifici indicatori di prestazione energetica che consentono di avere dei parametri temporali di valutazione dell’evoluzione dell’efficienza energetica, mettere a confronto i propri con i dati di altre realtà aziendali rintracciando magari delle punte di efficienza dalle quali mutuare determinati aspetti, comunicare all’esterno i traguardi raggiunti aumentando i valori positivi legati all’azienda e informando gli interlocutori interessati a quest’aspetto.

L’analisi dei dati

Il calcolo degli indicatori di prestazione energetica passa attraverso la raccolta di una moltitudine di informazioni sensibili, quali i dati generali dell’impresa, dell’attività che svolge, dei processi di produzione e i consumi a essi legati, dati inerenti l’edificio nel quale avviene l’attività d’impresa, sui consumi di energia elettrica e combustibile, sulla durata delle attività, sulla tipologia di macchinari utilizzati per le attività e i loro consumi, sulle caratteristiche degli impianti utilizzati per il condizionamento estivo, per il riscaldamento invernale e per l’illuminazione.

I dati ottenuti vengono suddivisi in base al tipo di energia utilizzata (elettrica, gas, carburante) e successivamente vengono individuati i centri di consumo, in base alla quantità di energia consumata. I risultati dell’analisi consentono di identificare il centro più rilevante in termini di costi, valutare l’intervento e monitorare i consumi di energia elettrica e di combustibile dopo averli ripartiti, ottenendo degli indicatori significativi che siano in grado di rappresentare efficacemente i consumi dell’azienda. È necessario a questo punto effettuare una distinzione ripartendo sui singoli centri di consumo sia i consumi totali sia le singole tipologie di consumo (di energia elettrica o combustibile).

Fatto ciò si calcolano gli indicatori di prestazione energetica, ottenuti indicizzando i diversi consumi rispetto a parametri caratteristici in modo da ottenere un’interpretazione corretta dei dati. Attraverso questo processo è possibile realizzare delle serie storiche sul consumo di energia di un’impresa, ottenendo uno strumento che consenta di intervenire tempestivamente per razionalizzare e del migliorare i consumi aziendali.

Il ruolo dell’energy manager

L’energy manager è il professionista che ha il compito di individuare azioni, procedure, interventi finalizzati alla razionalizzazione energetica. Deve predisporre i bilanci energetici tenendo conto di determinati parametri legati a costi e utilizzo dell’energia e, come indicato in precedenza, redigere i documenti da inviare al ministero dello Sviluppo Economico per beneficiare di eventuali contributi.

Non solo: la figura che ricopre questo ruolo detiene la responsabilità dell’ottimizzazione dell’utilizzo di energia anche per quel che riguarda la sostenibilità delle attività d’impresa lavorando in maniera integrata rispetto a chi si occupa, ad esempio, dei processi di produzione, del controllo aziendale e degli acquisti.